Manovra economica, quel che rimane e quello che se ne va
Facciamo il punto sul dibattito che nel mese di agosto è ruotato intorno ai provvedimenti della manovra finanziaria
Facciamo il punto sul dibattito che nel mese di agosto è ruotato intorno ai provvedimenti della manovra finanziaria. Di seguito sono elencati alcuni dei temi chiave si quali si sono confrontate le forze politiche, partendo naturalmente dal testo redatto dal Governo il 12 agosto.
TAGLIO DI PROVINCIE, COMUNI E FINANZIAMENTI
Soppressione delle province sotto i 300mila abitanti e dei comuni sotto i 1.000 abitanti. Taglio di 6 miliardi di trasferimenti agli enti locali nel 2012 e 3,5 nel 2013. 1 miliarod in meno alle regioni.
– Sul taglio delle province si è alzato subito il coro dei distinguo e dell’opportunità di portarlo a compimento. Ogni provincia sotto minaccia ha presentato, sulla pressione di esigenze reali miste a clientele politiche, i motivi per sottrarsi alla decisione.
Le proteste più forti sono però quelle dei sindaci dei piccoli comuni. Da più parti ci si è posto l’interrogativo dell’opportunità, ai fini del risparmio economico, di un provvedimento così drastico che andrebbe a tagliare consolidate realtà locali e sindaci che, ben lontani dalla politica di professione, sembrano più che altro ottemperare ad un dovere civico per le proprie comunità.
I sindaci alzeranno le barricate nella protesta milanese di lunedì, il 29 agosto. Sempre sul palco dell “Berghem Fest” Maroni, Calderoli e Alfano hanno rassicurato una riduzione dell’impatto del provvedimento. (Riequilibrato ancora dall’aumento dell’Iva dell’1%?).
CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA’
Viene esteso per due anni ai dipendenti privati il prelievo del 5% della parte di reddito eccedente i 90mila euro e del 10% della parte eccedente i 150mila.
– Il contributo di solidarietà è quello che più pesa a Silvio Berlusconi. L’uomo del «meno tasse per tutti», non solo non sarebbe riuscito a diminuire l’imposizione fiscale in Italia ma troverebbe così la sua firma sotto un provvedimento che mette direttamente le «mani nelle tasche degli italiani». Non a caso il premier ha fin da subito fatto marcia indietro cercando di puntare sull’aumento dell’Iva dell’1%.
Il provvedimento ha aperto numerosi fronti tra i quali si segnalano: la richiesta di un quoziente famigliare dall’Udc, il braccio di ferro tra calciatori e società sportive su chi dei due debba farsi carico del contributo e la protesta di chi accusa, a ragione, che il contributo di solidarietà peserà sulle tasche di quei contribuenti che dichiarano al fisco tutti i loro guadagni. Salvando, ça va sans dire, i soldi dei furbetti che evadono.
Sabato 27 agosto, durante il confronto tra Maroni, Calderoli e il segretario Pdl Angelino Alfano, è stata paventata l’ipotesi di ridurre o eliminare il contributo di solidarietà.
PONTI FESTIVI
Le festività infrasettimanali “non concordate”, quindi non religiose, verranno spostate al lunedì.
– Contro questa decisione si sono schierate tutte le associazioni partigiane e dei lavoratori che hanno accusato una strategia mirata per colpire il 25 aprile e il primo maggio. L’Anpi sta raccogliendo le firme per chiedere l’annullamento della decisione.
Meno attaccati ai simboli e più alla sostanza sono invece gli addetti al settore del turismo che, calcolatrice in mano, hanno fatto le ipotesi di quanto inciderà sul settore l’eliminazione dei ponti festivi: troppo. I risultati rischiano di essere controproducenti per il sistema economico.
PENSIONI DI ANZIANITA’:
– Sulle pensioni la voce più forte è stata quella di Umberto Bossi che ha posto il veto su qualsiasi modifica. Un veto che si è scontrato ferocemente con alcune frange del Pdl che considerano inaccettabile lasciare invariato l’attuale sistema pensionistico. Sabato 27 agosto, sul palco dell “Berghem Fest”, Roberto Maroni, Roberto Calderoli e Angelino Alfano hanno annunciato di aver trovato un accordo che non toccherà le pensioni. Si guarda all’aumento dell’Iva.
RITASSAZIONE DEI CAPITALI SCUDATI:
– A chiederlo a gran voce sono le forze di opposizione, dal Pd all’Idv. Si tratterebbe di un prelievo di un ulteriore 15% su quei capitali riportati in Italia dai paradisi fiscali all’estero, sul quale il Governo italiano aveva chiesto una tassa del 5%. (Laddove cifre ben più alte chiesero e chiedono altri paese).
La proposta è stata rilanciata da Maurizio Lupi del Pdl.
CONDONO FISCALE:
– La proposta, senza padrini, è circolata nel dibattito politico nei giorni scorsi. Andrebbe in completa contro tendenza alla richiesta di tassare i capitali scudati e appare come un ulteriore premio ai furbetti dell’evasione fiscale.
TAGLIO AI COSTI DELLA POLITICA:
Da tutto lo specchio delle rappresentanze sociali ed economiche è stato chiesto un segnale serio dal mondo della politica per eliminare sprechi e privilegi.
Il Partito democratico ha deposito una proposta per il dimezzamento dei parlamentari.
TFR E TREDICESIME:
Pagamento con due anni di ritardo dell’indennità di buonuscita dei lavoratori pubblici e perdita della tredicesima per i dipendenti di quegli enti pubblici che non rispetteranno la riduzione di spesa loro imposta.
– Gli scudi si sono alzati dai sindacati che denunciano le vessazioni sul pubblico impiego. Sul punto si è sentita la voce del segretario Cisl Raffaele Bonanni, in ottimi rapporti col ministro Tremonti, che ha detto un chiaro no a interventi su tredicesime e Tfr dei dipendenti pubblici in manovra. La Cgil ha annunciato, invece, uno sciopero generale per il 6 settembre.
SCONTRINI:
Tracciabilità delle transazioni sopra i 2.500 euro. rischio di chiusura per la mancata emissione di scontrini fiscali
– La proposta, a suo tempo concretizzata dal Governo Prodi, aveva attirato le critiche del centrodestra. Adesso sembra invece andare bene. Il Partito Democratico chiede di abbassare la soglia della tracciabilità ai pagamenti sopra i 1000 euro.
AUMENTO IVA DELL’1%:
A sentire la maggioranza sembrerebbe la panacea di tutti i mali. La scelta che farebbe saltare contributi di solidarietà, riforma delle pensioni, taglio dei comuni ecc.
A favore sono quelli del Pdl, Berlusconi in primis. Nettamente contro è il ministro Giulio Tremonti, preoccupato per l’inflazione che ne potrebbe derivare, e la Lega.
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