Dalla Cina all’Arizona con le Summer School

Oltre 40 studenti dell'università castellanzese hanno trascorso l'estate all'estero per un periodo di studio: "Un'esperienza indimenticabile". E l'ateneo promette: nei prossimi anni amplieremo l'iniziativa

Dalle aule della LIUC di Castellanza ai deserti dell’Arizona e alle metropoli cinesi: è successo a 44 studenti dell’ateneo intitolato a Carlo Cattaneo, che durante l’estate hanno partecipato alle Summer School promosse dall’università. Per entrambi i gruppi, tre settimane di viaggio-studio in un paese straniero, con l’obiettivo di apprendere metodi didattici molto diversi da quelli italiani, ma anche di imparare a conoscere popoli e stili di vita più o meno lontani dalla nostra quotidianità. "L’iniziativa delle Summer School – spiega il Rettore, Andrea Taroni – si inserisce in un più vasto progetto di internazionalizzazione, che da sempre è un fattore distintivo della nostra università: almeno il 30% dei nostri studenti ha fatto un’esperienza all’estero, contro una media dell’8% negli atenei italiani, e l’obiettivo è arrivare in tre anni a superare il 50%. Per questo nel prossimo futuro è previsto un ampliamento del progetto". "Quest’anno si preannuncia un grande boom delle attività all’estero – aggiunge Fiona Hunter, Responsabile delle Relazioni Internazionali – con il passaggio da 170 a 240 studenti coinvolti. Tutto ciò è fonte di grande orgoglio per noi, e nel futuro le cose potranno solo migliorare: gli stessi studenti che frequentano la Summer School tendono poi a ripetere l’esperienza oppure a cercare ulteriori attività all’estero".

Il viaggio negli Stati Uniti ha coinvolto 24 studenti di tutte le facoltà della LIUC che sono stati ospitati dall’Arizona State University di Phoenix, insieme alla docente Elena Falletti: "Quest’anno – spiega la responsabile – i risultati sono stati particolarmente soddisfacenti, in particolare per l’elevata interazione tra docenti e studenti, che si sono subito adattati a un metodo didattico diverso da quello italiano". I ragazzi provenienti da Castellanza si sono impegnati nell’approfondimento della gestione della Supply Chain integrata, una pratica di coordinamento delle funzioni aziendali che si sta diffondendo sempre di più nelle aziende di tutto il mondo: "Abbiamo potuto toccare con mano queste realtà – spiega Luca Agostoni, studente di Economia al secondo anno di laurea specialista – visitando imprese aerospaziali, di grocery o di alta tecnologia, e siamo stati coinvolti direttamente nelle lezioni con numerose attività di gruppo". Anche sotto l’aspetto puramente "turistico", però, il viaggio è stato un’esperienza coinvolgente: "Davvero incredibile – dice Marco Dallamico, al terzo anno di Ingegneria – arrivare negli USA e ritrovarsi in una città che praticamente è un gigantesco campus, che ospita fino a 68.000 studenti. Pensavamo che in estate l’attività fosse ridotta, invece c’erano studenti che frequentavano due corsi di laurea e contemporaneamente svolgevano due o tre lavori. Diciamo che lì si pensa in grande, c’è uno spirito di intraprendenza che da noi spesso manca". "Mi ha fatto piacere – conclude Stefano Maltagliati, anche lui al quinto anno di Economia – che la valutazione finale non sia stata legata solo all’esperienza didattica, ma anche all’atteggiamento tenuto fuori dall’aula".

Decisamente più impegnativo, da diversi punti di vista, il viaggio che ha portato 20 studenti castellanzesi alla Fudan University di Shanghai per seguire il corso "How to do business with the Chinese Dragon": "Non ci siamo fatti mancare nulla, neppure l’esperienza del decollo durante un tifone – scherza Silvia Roccazzella, al quinto anno di Ingegneria – ma a parte questo è stato un viaggio straordinario, che ha richiesto un grande spirito di adattamento per tutte le piccole cose quotidiane, dall’alimentazione in giù". Gli studenti italiani, che hanno visitato anche le città di Xian e Pechino, sono stati accompagnati dai docenti Alberto Cattaneo e Fabio Papa: "Ci è piaciuto moltissimo – commenta quest’ultimo – respirare un’aria diversa dalla nostra. La Cina è un posto magico in cui succedono cose inaspettate, ma alla fine del viaggio abbiamo scoperto che non è poi così diversa da noi. Abbiamo incontrato un popolo speciale, persone uniche in grado di sacrificarsi tantissimo e di trasmetterci il grande entusiasmo e la crescita di questo paese". Non tutto è rose e fiori in Estremo Oriente, però: "Sono rimasta molto colpita dal contrasto tra ricchezza e povertà – racconta Ilaria, al terzo anno di Ingegneria – e anche dal controllo che il partito esercita su ogni aspetto della vita degli abitanti, dalla pubblicità al web, passando per la stampa. A volte la Cina sembra inseguire lo sviluppo in modo eccessivo, ma molte delle persone del luogo sono soddisfatte del maggior benessere economico, malgrado le condizioni di lavoro spesso difficili".

Le esperienze all’estero dei due gruppi di studenti sono raccontate anche in due blog gestiti dagli stessi partecipanti: LIUC Summer School Arizona e LIUC Summer School China.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Settembre 2011
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