La scuola modello diventata incubo per il bilancio
La sede dell'IPC Falcone di via Matteotti doveva costare 12 milioni di euro, alla fine è costata più del doppio. E l'aumento dei costi è finito tutto sulle spalle del Comune, mentre la quota della Provincia è rimasta identica
Un’opera tecnologicamente all’avanguardia, persino antisismica. Ma che si è trasformata in un peso economico sui bilanci del Comune: l’IPC Falcone è stato il protagonista della discussione sul bilancio comunale di Gallarate. Ovviamente non si parla dell’istituto in sé, ma della sede di via Cantoni-via Matteotti, ricavata da un oneroso recupero di una struttura industriale accoppiata ad una parte di nuova costruzione. Solo quest’anno la spesa per la scuola "pesa" per 7,2 milioni sui conti del Comune: «L’IPC Falcone doveva costare 12 milioni, ne è costati 26, la quota del Comune è passata da 3 a 18 milioni» ha attaccato Piergiorgio Praderio, della lista civica Città è Vita, parte dell’attuale maggioranza di centrosinistra. «Costi che lievitano, una storia strana» ha aggiunto anche Dario Terreni del Pd. Massimo Bossi – ex assessore all’urbanistica – ha ricordato che una parte degli aumenti «era legato a richieste di tutela della parte storica e dal rispetto delle normative antisismiche». «Ma questi – ha ribattuto il sindaco Edoardo Guenzani – sono costi che per legge il Comune doveva preventivare». E invece non si riuscì a preventivarli e il costo s’impennò nel tempo da 12 a 26 e passa milioni di euro.
Del resto, anche ai tempi della polemica sull’effettiva funzionalità dell’edificio dopo alcuni "acciacchi" (di gioventù…), l’allora opposizione di centrosinistra aveva indicato nei costi pesantissimi il vero problema. Si discuteva anche del ruolo della Provincia, che ha partecipato con una quota che è rimasta identica nel tempo, mentre – dalla posa della prima pietra fatta dall’allora sindaco Nicola Mucci e dall’allora presidente della Provincia Marco Reguzzoni (nella foto) – lievitavano i costi. Giuseppe De Bernardi Martignoni (PDL, Assessore a Villa Recalcati) ha risposto al centrosinistra dicendo che «la Provincia non è proprietaria, i 9 milioni di euro dati sono solo un contributo. La Provincia si farà carico di spese ordinarie, straordinarie e di gestione, ma la proprietà rimane del Comune di Gallarate». Il problema – si è fatto notare – è che con la sola proprietà non si ripaga l’investimento, visto che la struttura ha un uso ben preciso (una scuola) e certo non produce reddito alcuno. Mentre i costi della costruzione rimangono da pagare.
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