Sequestrate 17 mila ceramiche “Thun” contraffatte
Erano uguali a quelle prodotte dal noto marchio altoatesino ma venivano commerciati con un altro marchio a prezzi 4 volte inferiori all'originale. L'indagine è partita da Busto e si è allargata a tutta Italia
La Guardia di Finanza ha sequestrato quasi 17 mila oggetti contraffatti che riproducevano nelle forme e nei colori i noti oggetti prodotti con il marchio "Thun", molto conosciuto in Italia e all’estero. Le ceramiche in questione riproducevano orsacchiotti, fiori, elefantini e molte altre forme in maniera del tutto sovrapponibile agli originali anche se con un marchio diverso. La contraffazione, però, è stata comunque contestata in quanto quelle forme e quei colori erano titoli di proprietà industriale dell’azienda altoatesina che li produce a mano e che, con il suo marchio, è diventata famosa in tutto il mondo.
L’indagine che ha portato al sequestro, presentata questa mattina in Procura a Busto Arsizio, è partita da un normale controllo in un negozio della città che vende oggetti a basso costo (uno dei tantissimi
negozi definiti "Tutto a 1 euro"). Subito l’attenzione degli agenti della Guardia di Finanza è stata attirata dal prezzo scontatissimo di quelle ceramiche del tutto simili a quelle della Thun. Il cartellino, infatti, riportava una cifra almeno 4 volte inferiore al valore dell’originale. Immediato è scattato il sequestro di 580 pezzi trovati stoccati nei magazzini del negozio ed è iniziata la collaborazione tra Guardia di Finanza di Busto e il sostituto procuratore Nadia Calcaterra che ha disposto un’indagine di polizia giudiziaria che ha permesso di risalire al distributore di tale tipo di merce, ubicato a Concorezzo, in provincia di Monza e gestito da cinesi.
Qui gli uomini della Fiamme Gialle hanno trovato ben 11.200 statuette in ceramica dello stesso tipo e con lo stesso marchio (Cinecittà) che hanno provveduto a ritirare dal commercio. In contemporanea le tenenze di tutto il nord-Italia e oltre hanno sequestrato, in negozi simili a quello di Busto, altri 5.500 pezzi facendo salire il totale a quasi 17 mila oggetti sequestrati in tutto lo Stivale. Dalle indagini è emerso anche l’importatore, una ditta di Roma sempre gestita da cinesi, che li commercializzava in Italia: sempre tramite i documenti fiscali si è stimato che ben 11 mila di questi prodotti erano stati già venduti al dettaglio e sono entrati ormai a far parte dell’arredo di migliaia di case. In tutto sono state denunciate 108 persone per ricettazione di materiale contraffatto.
«Questo tipo di reati – ha sottolineato il sostituto procuratore Calcaterra – crea un danno all’economia di grande portata e, in particolare, alle imprese che producono i beni originali. Il reato di contraffazione è stato introdotto con una legge del 2009 e prevede sanzioni amministrative anche per gli acquirenti. Il monito è quello di non acquistare prodotti non originali andando ad ingrossare un mercato che vale milioni di euro e che spesso è contiguo alla criminalità organizzata».
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