“Una cittadella dell’arte partendo dalla collezione Merlini”

Il sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli descrive in una lettera ai consiglieri comunali il percorso per non disperdere il patrimonio artistico della grande raccolta di opere di proprietà del commercialista bustocco

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che il sindaco di Busto Arsizio ha voluto scrivere ai consiglieri comunali e all’assessore Crespi sul tema della collezione d’arte di Giuseppe Merlini.

Domani sarà certamente un giorno straordinario per nostra Busto. Come infatti noto a molti, mentre all’interno della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia verrà comunicata la scelta del festival di Busto Arsizio come festival UNESCO 2012, a cura dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arte, presso palazzo Loredan, prenderà il via la mostra “Dalla figura alla figurazione nel ‘900 italiano”. Tale mostra, curata da Francesco Cecchetto, è completamente tratta, e ne costituisce una porzione significativa, dallo straordinario tesoro di arte e cultura raccolto nel corso degli ultimi decenni con mirabile passione dal dottor Giuseppe Merlini. L’inaugurazione della mostra, che giunge all’indomani dell’appello di Armando Torno dalle pagine del Corriere della Sera e dell’ampio anche se a volte sconclusionato dibattito che ne ha fatto seguito in sede locale, offre il destro per una ormai improcrastinabile necessità di punti fermi. Potremmo dirne tre: uno esclamativo, uno che faccia da spartiacque tra le parole in libertà e le proposte concrete da predisporre a partire da oggi. Ed infine, ultimo ma non ultimo, uno interrogativo circa il come e con che metodo.

“Punto esclamativo”.

Pur sapendo di forzare, fino al rischio di offenderne la schiva, sobria e raffinata sensibilità, occorre un pubblica manifestazione di encomio e gratitudine per il dottor Merlini e la sua opera. Opera che lo caratterizza, oltre che come apprezzato e stimato professionista, anche come vero e proprio uomo d’arte. Oserei dire artista. Come ha avuto modo di scrivere qualcuno in questi giorni, chi al di fuori ed oltre ogni intento lucrativo o commerciale sa farsi guida e custode di tale percorso è esso stesso artista almeno come gli autori delle opere del percorso. Ad onta di luoghi comuni che spesso hanno accompagnato una certa “vulgata” del bustocco, mi piace immaginare che la vera bustocchità sia proprio qui.

“Lo spartiacque”

Con l’emersione a firma di Armando Torno dell’appello ed ancor più con l’ormai manifesta disponibilità del Merlini ad offrire il suo incommensurabile lavoro come motore di una vera e propria “via pulcretudinis”, una via all’educazione, anche morale, alla vera arte, soprattutto per le giovani generazioni, è offerta alla Città di Busto e al suo territorio prima ancora che alla sua amministrazione un’opportunità straordinaria. Ecco perché Big Ben ha ormai detto stop alle parole in libertà, tutte legittime e gradite, non tutte forse opportune ed equilibrate, e al contempo ha dato il via all’assoluta necessità di elaborare in tempi certi proposte da condividere innanzitutto col dott. Merlini e che sappiano porsi all’altezza dell’ambizioso ma non velleitario suo e nostro sogno.

“Punto interrogativo”
E allora come e per quale fine? Con quali mezzi? Coinvolgendo chi?
Con decisione unanime la giunta municipale, a cui ho illustrato con la dovuta riservatezza ma anche con la determinazione di chi sa senza retorica di essere al cospetto di un appuntamento fondamentale per la nostra Città, ha condiviso la necessità di affidare una concreta istruttoria accompagnata da assoluto rigore, anche scientifico, all’assessore alla cultura avv. Crespi, che anche attraverso il coinvolgimento di tutte le istituzioni pubbliche, private, culturali ed universitarie seriamente interessate, possa costituire il nucleo di quello che per il momento vogliamo definire un "centro studi del Novecento italiano". Vogliamo chiarire definitivamente che non si cerca un tetto a una collezione, non si persegue l’adattamento di un edificio esistente per ospitare dei bei quadri, ma si vuole costruire questo progetto, questa via di educazione all’arte realizzando ex novo, secondo quelle esigenze polivalenti ed attrattive con formule giuridiche economiche e urbanistiche idonee a centrarne gli obiettivi. Non quindi il riadattamento di un qualcosa di esistente ma una necessaria ristrutturazione globale e polivalente di una parte di città costruita ad hoc per la sua valorizzazione. Come si sa, non solo san Paolo scrive: l’amore vero è sempre esigente, ed ecco perché il dott. Merlini lo è ed è invitato ad esserlo così come lo dobbiamo essere noi nel proporre, studiare e realizzare tutto ciò. Con un progetto ambizioso ma non velleitario, sostenibile culturalmente, socialmente ed economicamente. E’con questo fine che in tempi da definire ma certi e che con le modalità che verranno studiate insieme con l’assessore intendiamo mettere a rete le ipotesi, i suggerimenti e le proposte concrete di chi anche nelle ultime ore ha dimostrato ammirazione, stupore e disponibilità. Con viva cordialità

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Pubblicato il 08 Settembre 2011
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