I leghisti delusi dal metodo “bulgaro”
Tra i sindaci del territorio è forte la protesta per la scelta del segretario provinciale senza voto. Ora Canton dovrà incontrare tutti e mettere pace ma non è esclusa una dolorosa resa dei conti
La Lega è a un bivio: la proclamazione di Maurilio Canton segretario è diventata un caso nazionale. Il sindaco di Cadrezzate nasce come candidato scelto da Bossi, ma una parte delle sezioni non lo voleva. Per addolcire la pillola ha dichiarato che sarà un pacificatore, ma in queste ore il clima sembra essere più da resa dei conti. Molti leghisti, tra cui alcuni sindaci che lo avevano osteggiato non hanno preso bene quanto è accaduto e non riescono a non esprimere il loro dissenso. Il sindaco di Tradate Stefano Candiani è arrabbiato: «Non commento quello che è accaduto – osserva – la base voleva un’altra cosa e una minoranza ha imposto una scelta alla maggioranza. Vediamo se Canton riuscirà a essere un pacificatore o sarà altro». Matteo Bianchi sindaco di Morazzone è scosso: «Sono allibito e demoralizzato, la scelta di Canton non è stata davvero condivisa dalla base, non si può negare». Alessandro Vedani ex sindaco di Buguggiate nega che ci sia stata contestazione a Bossi, ma nel discorso che ha pronunciato al congresso ha spiegato che nella Lega ci sono troppi capetti che hanno dato a Bossi una visione della situazione, nel partito a Varese, che secondo lui non era reale. La più arrabbiata è la sindaca di Gazzada Schianno Cristina Bertuletti, che su internet ha postato un commento sarcastico: «Canton eletto non per votazione, né per acclamazione, né per ovazione….. ma per infusione…tra le c…». A voce è anche più esplicita: «Siamo a un passo dall’oscuramento e dallo scoglionamento assoluto… non possiamo diventare un partito come il vecchio pci, ma fascisti e giornalisti non c’entrano, il fondo di verità c’è, è inutile andare a cercare capri espiatori, la causa è all’interno del nostro movimento».
Il neosegretario va dritto per la sua strada, e anche alla notizia di uno striscione che lo contesta risponde senza esitazioni: «Ognuno usa le forme di protesta che ritiene più appropriate – fa notare – se i contestatori non mi sentono il loro segretario, sarò quello di tutti gli altri…comunque da domani entrerò in tutte le sezioni, parlerò con tutti, ho già detto che collaborerò e non metterò nessuno all’angolo. Il malumore francamente io non ce l’ho, non lo avverto nemmeno. Ringrazio Gibelli che ha presieduto il congresso, perchè è stato un signore. E ricordo a tutti che io sono prima di tutto un militante».Sulle divisioni tra correnti vuole però dire la sua: «La mia bandiera si chiama Umberto Bossi e basta, se qualcuno pensa che possa esistere una persona che lo possa condizionare vuol dire che non lo conosce, non ha capito nulla del movimento, è una cosa che mi fa scompisciare dalle risate solo a pensarci».
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