Nidil, può esistere un sindacato senza iscritti?

Eppure ci sarebbero, sono i precari che rappresentano il 75% dei nuovi lavoratori. Il segretario del Nidil (categoria dei lavoratori atipici della Cgil) Francesco Vazzana apprezza le parole della Camusso e assicura: «La Cgil sta cambiando»

Francesco Vazzana è il segretario provinciale di Nidil, il sindacato dei lavoratori atipici legato alla Cgil, e allo stesso tempo è anche l’unico sindacalista Cgil ad occuparsi di precariato nonostante il 75% dei nuovi lavoratori non abbia un contratto a tempo indeterminato. Vazzana apprezza le parole pronunciate dal segretario Susanna Camusso a Internazionale: «E’ importante che il segretario generale abbia pronunciato quelle parole – ha detto Vazzana – purtroppo le cose stanno così ed è davvero difficile, con la struttura attuale, intercettare i lavoratori atipici». Vazzana ci sta provando, non con Facebook ma utilizzando la piattaforma del blog: «Stiamo lavorando a questa possibilità per avvicinarci ad una categoria di lavoratori che, purtroppo, fino ad ora non ha avuto l’attenzione che merita».
Nidil, purtroppo, è un punto di riferimento dei lavoratori precari solo quando si tratta di risolvere un problema contrattuale o, comunque, un contenzioso ma non riesce a “fidelizzare” i lavoratori: «Il problema principale che abbiamo è proprio questo – spiega Vazzana – il sindacato si sta muovendo in una direzione diversa ma una struttura come quella della Cgil, con una storia lunghissima, ha bisogno di tempo per reindirizzarsi verso un mondo così sfuggente come quello del precariato». Il ragionamento del sindacalista varesino è molto semplice: «Se prima i precari stavano solo in certi settori oggi non è più così – spiega – è diventato un problema trasversale che riguarda tutte le categorie classiche del sindacato». Inoltre il periodo di lavoro precario medio si è allungato: «Certi meccanismi introdotti con il pacchetto Treu, che diede il via alla flessibilità, non hanno funzionato – spiega – ad esempio quello dell’assunzione obbligatoria dopo un certo numero di contratti a tempo. Pochi vengono assunti a tempo indeterminato, la maggior parte perde il lavoro».

Cosa bisognerebbe fare? Smetterla di puntare solo ed esclusivamente sulle tessere sicure, ovvero quelle che certamente verranno rinnovate di anno in anno dai lavoratori a tempo indeterminato. Il Nidil ogni anno ricomincia da zero tessere (in quanto si rimane iscritti al sindacato solo quando si lavora) mentre le altre categorie hanno il loro zoccolo duro che non viene mai a mancare. Forse se si supererà questa logica si potrà immaginare un sindacato diverso, come auspicato dalla stessa Camusso.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Ottobre 2011
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