Il festival fotografico italiano apre le sue 32 mostre in città
Fino al 4 dicembre l’Archivio Fotografico Italiano porterà in città 32 mostre per un totale di oltre 800 fotografie in una varietà di temi che sarà come “una panoramica del mondo a 360 gradi”
E’ il secondo anno consecutivo che AFI, Archivio Fotografico Italiano, sceglie Busto Arsizio per la sua mostra e quest’edizione punta in alto. Sono 32 gli allestimenti che da ieri, sabato 12 novembre, sono aperti tra Busto, Castellanza, Samarate e Gorla Maggiore per un totale di oltre 800 fotografie. «Sarà una panoramica a 360 gradi del mondo della fotografia» spiega l’assessore Mario Crespi mentre illustra, cartina alla mano, tutte le numerose location della rassegna. «Credere nella cultura -continua- significa credere nella società e nel futuro» ed è per questo che Busto ha messo a disposizione numerosi spazi e discrete risorse economiche. Anche Luciana Ruffinelli, presidente della commissione cultura di Regione Lombardia, è entusiasta dell’iniziativa. «Una piccola città di provincia -ha detto la consigliera regionale davanti ad una sala gremita anche da molti giovani- sta facendo quello che non riescono a fare le grandi metropoli» perchè «in momenti di crisi è importantissimo investire in cultura» anche se, come lei stessa riconosce, questa manifestazione non ha avuto alcun contributo regionale. E secondo Luciana Ruffinelli. l’odierna passione per fare scatti è oggi dovuta al fatto che «grazie alla fotografia digitale» la fotografia ha “rubato” alla pittura «etica, estetica e dovere di cronaca».
Un’analisi del mondo fotografico che trova d’accordo anche Claudio Argentero, rappresentante dell’archivio, che tiene a precisare come «l’archivio faccia cose egregie con pochissime risorse» con volontari che gratuitamente riversano la loro passione di stare dietro ad un obiettivo a favore di questo genere di progetti. «Per un mesetto la città sarà invasa da mostre ad ingresso gratuito» non solo in palazzi istituzionali ma anche all’interno degli spazi messi a disposizione degli sponsor e tutto questo «darà vita ad un grande movimento all’interno della città per godere di ogni mostra». In programma ci sono anche numerosi eventi collaterali, presentazioni di ogni mostra e incontri con i fotografi i cui dettagli sono consultabili sul programma della mostra.
Sui pannelli della mostra sono appesi i lavori non solo di grandi fotografi o di grandi testate (come il National Geographic) ma anche le produzioni di alcune scuole della città. Oltre a celebrare la fotografia, la rassegna dell’Archivio Fotografico Italiano guarda anche al sociale. «Il 27 novembre -precisa Claudio Argentero- metteremo all’asta numerose fotografie» e i proventi andranno a finanziare il Progetto Pollicino. «Nessuno scatterebbe una foto sapendo che nessuno la guarderà -conclude un collaboratore di AFI, Umberto Ammiraglio- e per questo vogliamo vedere moltissimi visitatori tra le sale».
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