Il liceo classico sposa la tecnologia e fa lezione con internet
Dal prossimo anno, il Cairoli lancia un progetto sperimentale di didattica tecnologica. Consolo: «Lo abbiamo chiamato "Archè" perchè vuole essere l'inizio di una nuova era dell'insegnamento»
Chi vuole scommettere su una scuola che insegna il mondo antico puntando sulla tecnologia? Il liceo classico Cairoli di Varese cerca alleati in questo suo progetto profondamente innovativo: « Lo abbiamo chiamato "Archè" perchè vuole essere l’inizio di una nuova era dell’insegnamento, dove i professori si mettono a livello degli studenti per imparare a utilizzare tutti gli strumenti che scienza e tecnologia offrono al giorno d’oggi». È il preside Salvatore Consolo a presentare il progetto sperimentale che coinvolgerà una quarta ginnasio dal prossimo anno scolastico. Gli studenti saranno dotati di un supporto informatico personale ( non si sa ancora se tablet o netbook) in comodato d’uso con cui apprendere utilizzando la rete e le sue potenzialità di comunicazione e ricerca: « Il supporto informatico non escluderà i libri e le altre forme di insegnamento tradizionali, semplicemente le integrerà permettendo ai nostri giovani di utilizzare anche a scuola i linguaggi e i mezzi di cui dispongono nella loro vita quotidiana».
Da anni la scuola si interroga per capire come integrare le lezioni frontali alle potenzialità offerte dalla rete, tentativi di colmare il digital divide che ha visto nascere alcune timide sperimentazioni in tutt’Italia: «Anche nel nostro liceo – sottolinea il preside – si comincerà in una sola quarta per testare un modello, individuarne pregi e difetti e costruire una metodica consolidata da estendere a tutta la scuola».
Registi dell’innovazione tecnologica sono i docenti di storia e filosofia Enzo Laforgia e di fisica e matematica Patrizia Gamberoni: «L’utilizzo del pc potrà avere rilevanza in moltissime materie – spiega il professor Laforgia – Vedere come si disponeva in battaglia l’esercito di Roma, o capire geograficamente dove si è svolta la battaglia di Crimea, o ascoltare una poesia di Ungaretti recitata dallo stesso autore, o studiare la legge di Keplero vedendo in che contesto storico e di pensiero sia vissuto, o visitare virtualmente un sito archeologico e rendersi conto di come fosse una domus romana. Sono tutte esperienze che i ragazzi potranno fare in classe grazie alla grande quantità di informazioni e collegamenti presenti in video». «Da anni io e il professor La Forgia – commenta la professoressa Gamberoni – siamo convinti della bontà della condivisione. È assurdo essere gelosi del proprio lavoro. La messa in rete perché tutti ne possano beneficiare è un aspetto che nelle università americane è ormai assodato mentre in Italia è sistematicamente ignorato. Vedere che studenti di altre sezioni si iscrivano ai miei laboratori è molto importante. L’accessibilità, inoltre, ci pone una grande responsabilità perché le nostre lezioni possono essere controllate e valutate da tutti».
Tra gli obiettivi di questo corso tecnologico c’è poi l’aspetto di educazione alla tecnologia: « I ragazzi sono dotati di tecnologie molto avanzate – sottolinea Laforgia – ma non tutti sanno sfruttarne a pieno le capacità. Spesso dalla raccolta dati faticano a costruire le conoscenze. Oggi non abbiamo certezze su chi costruisce i saperi presenti nel web: avere strumenti per muoversi e riconoscere l’autorevolezza è indubbiamente un compito che la scuola si deve assumere».
(foto, da sinistra: Enzo Laforgia, Patrizia Gamberoni, Salvatore Consolo e Oreste Premoli)
Il liceo classico contemporaneo, dunque, si prepara quel salto tecnologico che, comunque, sta per arrivare. Dal prossimo anno, almeno il 30% dei libri dovrà essere in formato elettronico. La strada è ormai segnata: occorre che il corpo docente, la cui età media è abbastanza elevata , si metta in gioco e raccolga una sfida che li mette alla pari con i propri studenti, sicuramente avvantaggiati, essendo "nativi digitali".
Il Cairoli ci crede e chiede aiuto al territorio: il costo del progetto dovrebbe aggirarsi attorno ai 15-20.000 euro per dotare ogni studente di tablet o netbook in comodato d’uso per i 5 anni. In aiuto del Cairoli si muoverà l’Associazione Amici del Cairoli: «Appena abbiamo conosciuto il progetto lo abbiamo sposato – assicura il presidente Oreste Premoli – . Ci attiveremo sul territorio attraverso i soci e gli amici per reperire queste risorse. Non è un costo proibitivo, soprattutto se si pensa ai benefici che ne riceveranno i nostri ragazzi. Sicuramente, io sarò uno dei primi a voler assistere a una lezione con tablet: sono molto curioso e invidioso. Ai miei tempi era tutto così diverso…».
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