“La mia non era una protesta fine a se stessa”

La lettrice che aveva sottolineato i disagi subiti domenica scorsa dalla maratonina ringrazia l'organizzatore Enrico Traietta per la risposta esauriente ed educata, a differenza di molti commentatori

 Gentilissimo signor Traietta,

sono la residente che ha scritto l’infame lettera di protesta sulla maratonina della settimana scorsa. Inizio ringraziandola infinitamente per la sua risposta pacata ed esauriente, che ha risposto perfettamente alle domande che ponevo. Non sa quanto mi abbia fatto bene la gentilezza della sua replica dopo gli insulti che ho letto in calce al mio messaggio: non entro nel merito di questi ultimi, in primis perché non meritano la mia (né la sua) attenzione, e in secundis perché difficilmente chi mi consigliava di farmi curare (per cosa, poi, perché alle 7 della domenica dormo?) capirà di aver sbagliato. Preciso solo due cose, che sento di dovere a lei e ai pochi altri che non mi hanno presa a insulti: la mia protesta nasceva unicamente dal fatto che le prove tecniche per la maratona (altoparlanti, audio e tutto quel che -giustamente- serve in questi casi) sono cominciate la mattina molto presto, appunto alle 7 e qualcosa. Sarei curiosa di vedere quanti di coloro che mi hanno aggredita sarebbero così solerti a difendere un’altra manifestazione che partisse alla stessa ora da casa loro, magari organizzata da studenti, sindacati o comitati Lgbt (che io, onestamente, ospiterei di cuore pure a notte fonda). Ma non intendo buttarla in politica, specie in giorni gravi per il paese come questi che attraversiamo. Era questo ciò che speravo fosse chiaro dalla lettera (ma evidentemente molti commentatori hanno problemi anche con la comprensione scritta oltre che con la buona educazione e la civiltà): chiedevo semplicemente se non fosse possibile posticipare l’inizio delle gare (pomeriggio o tarda mattinata: se il via è, poniamo, alle 11, le prove tecniche inizieranno alle 9 immagino, non alle 7) o spostare, se non il tracciato, almeno il punto d’adunata. Un mio vicino suggeriva, ad esempio, la piazza del Mercato, che a suo dire è abbastanza grande da consentire la raccolta dei 1800 podisti ed insieme evitare eccessivi disturbi ai residenti. Se lei che ha organizzato però mi dice che questo non è possibile, per me va bene, lo accetto e la ringrazio. Se qualcuno si è sentito offeso dalle mie parole me ne scuso, anche se francamente non capisco come. Non voglio guerre né acredini, né farne una questione di stato (e mi chiamo fuori dalla diatriba coi Verdi, non avendo la competenza necessaria).
Il secondo punto della protesta, invece, nasceva dal fatto che via Foscolo viene chiusa al traffico molto più spesso di quanto alcuni "gentili" commentatori credano: solo per gli eventi sportivi, c’è la vostra maratona, ma ci sono anche le gare ciclistiche (di sicuro una a inizio marzo e una in giugno, abbia pazienza se non so essere più precisa). Ho avuto modo, l’anno scorso, di parlare con un mio conoscente appassionato di ciclismo, e anche lui mi confermava i timori che esprimevo io quanto a sicurezza e fondo stradale, andare a quella velocità in centro abitato può essere piuttosto rischioso in primo luogo per gli atleti. Ma so che questo, signor Traietta, non è di sua competenza e quindi non mi ci soffermo oltre. Concludo dicendo che non capisco proprio come mi si sia potuto accusare di odiare lo sport, di essere antiecologista, di passare le domeniche all’Auchan (al buontempone che l’ha scritto faccio notare che in genere di domenica è chiuso: se proprio si deve offendere almeno ci si documenti) o incollata alla tv, di non rispettare gli atleti eccetera. Idem per l’accusa di provincialismo: credo sia molto più provinciale istituire assurdi paragoni tra l’urbanistica di Busto e quella di New York o Milano. Ammiro la vostra iniziativa e l’impegno di persone come lei e sono sicura che eventi come questo possano solo far bene a Busto e ai suoi abitanti, così come sono contentissima di abitare dove abito: solo negli ultimi due mesi, via Foscolo è stata chiusa per la sempre bella Sagra di San Gregorio e più tardi per la rievocazione della Peste del ‘600, iniziativa che spero davvero venga ripetuta e magari ampliata negli anni a venire. Chiedevo solo di non essere svegliata alle 7 della domenica dagli altoparlanti, e lo stesso il malato cronico che vive con me. Se questo non è possibile, pazienza, non è certo colpa sua e per me il caso è chiuso: mi attengo alle sue spiegazioni e la ringrazio per l’attenzione e il rispetto che mi ha dimostrato. È un piacere discutere con persone pacate e competenti come lei. Di tutto cuore e con un in bocca al lupo per le vostre gare future

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Pubblicato il 11 Novembre 2011
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