La politica sconfitta

La caduta di Berlusconi solleva non pochi dubbi su chi abbia vinto e chi perso

Per anni ho desiderato l’uscita di scena di Berlusconi. Non ne ero ossessionato, ma credo che lui abbia responsabilità pesantissime rispetto a dove ha trascinato l’Italia. Non è solo una questione economica, anche se questa è molto grave.
Da ieri sera però non riesco a gioire. Anzi quanto ho visto mi rattrista e non poco. Leggo che avrebbe vinto la democrazia…

E quale? Quella degli speculatori? Quella di una Ue che non sa pensare altro che all’economia? Quella di chi fino a ieri raccattava anche le briciole lasciate cadere dal capo e oggi esulta? Quella di una sinistra totalmente incapace di vincere sul campo salvo poi prendersi meriti che proprio non ci capisce quali siano? 
Oggi c’è una bella notizia: è finita (speriamo) l’era Berlusconi. Non è poco, anzi è la speranza dell’avvio di una fase nuova. Per festeggiare abbiamo bisogno di ben altro. E da domani saremo in molti a renderci conto che la strada è ben in salita, e anche qui non solo per i conti pubblici… ma per la necessità di dare un futuro a quest’Italia sempre più vecchia e voltagabbana. I politici che brindano chiedano come primo gesto al nuovo governo di far partire da loro l’austerità. Inizieremmo tutti a riprendere fiducia in questa casta malata e vecchia. Ne abbiamo tanto bisogno. Fose più che di un governo tecnico.
Lascio ad altri, ben più autorevoli di me l’analisi su come andrà, oggi comunque non vince la democrazia e non vince la politica. Ricordiamo cosa produsse un’altra epoca in cui andò esattamente nello stesso modo di queste ultime settimane. Venne cacciato Craxi, finì la Prima Repubblica e vinse Berlusconi e la P2. Diciasette anni di fuffa con le disuguaglianze che sono diventate insopportabili, con un Paese stanco e vecchio. Allora i protagonisti del cambiamento furono i giudici, oggi i mercati (e non quelli della frutta, anche se forse farebbero meglio di questi delle borse).

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Novembre 2011
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