Parcheggi selvaggi. ll pericolo di cui non ci si accorge più

Sulla tangenzialina e in viale Milano la sosta nel mezzo della carreggiata è diventata negli anni la normalità. Proprio sulle strade teatro dei peggiori incidenti degli ultimi anni

Nate strade e ridotte a parcheggi. Auto in sosta, manovre spericolate e frenate improvvise per evitarle. Sembra un destino inevitabile, quello delle strade a doppia carreggiata di Gallarate: nate per "agevolare l’ingresso e lo smistamento del flusso veicolare" in città, nel tempo si sono trasformate in parte in parcheggio. Un po’ per la pigrizia di chi vuole mettere l’auto nel modo più comodo possibile, un po’ per mancanza di spazi, sacrificati alla nascita delle nuove strade che dovevano essere "risolutive". Il malcostume è diffusissimo, è ormai accettato non solo sugli assi più vecchi (come viale Milano), ma anche su quelli più recenti, come la Tangenzialina. Così le strade dove più si schiaccia sull’acceleratore si trasformano in percorsi a ostacoli.

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Sull’onda del dibattito sulla sicurezza stradale (rilanciato in questi ultimi giorni dall’incidente che a Milano è costato la vita ad un giovanissimo ciclista, la cui famiglia ha origini cedratesi), anche tanti lettori di VareseNews hanno sollevato la questione. Su viale Milano il parcheggio si srotola sui due lati: all’incrocio con via Torino ci sono spesso le auto in sosta davanti al baretto sulla carreggiata in direzione Madonna in Campagna, poco più avanti è invece la corsia di destra verso il centro città ad essere occupata da una lunga fila di auto. C’è anche una concessionaria che però garantisce che utilizza solo il proprio parcheggio interno. «Anzi, a volte  – spiegano i titolari  – ci troviamo in difficoltà di manovra in ingresso/uscita dalla nostra concessionaria proprio perchè le vetture sono parcheggiate a ridosso del passo carrabile!» Un vero e proprio diritto acquisito, sembrerebbe, visto che le auto ferme occupano una delle due corsie per tutto il giorno. Ancora oltre, invece, il fenomeno è invece prevalentemente serale: c’è una pizzeria, i clienti occupano stabilmente la strada, sul lato direzione centro, ma spesso anche in direzione periferia. C’è da dire che non ci sono cartelli chiari e non si capisce bene cosa sia parcheggio e cosa corsia di marcia…

Se lo stradone tra Madonna in Campagna e piazza san Lorenzo è un asse vecchio di anni, la "Tangenzialina" via Puglia-via Forze Armate-via Pietro da Gallarate lo è assai meno. Eppure, anche qui il parcheggio selvaggio è diventato la normalità, ignorato più che tollerato. Nonostante i cartelli espliciti di divieto di sosta e di fermata. In settimana, a mezzogiorno, ci sono i genitori delle scuole, allineati in auto ad attendere i figli vicino all’incrocio con via Checchi, e gli avventori dei bar. Ma la vera concentrazione di parcheggio abusivo è in via Pietro da Gallarate vicino all’incrocio con Viale Leonardo Da Vinci: i clienti dei discount e del supermarket non si fanno problemi a lasciare l’auto sulle corsie di marcia. Allo stesso modo, al sabato, verso il Carrefour. «"Non vede che sto caricando la spesa?" è la risposta standard che ci si sente dare quando si dice qualcosa» spiega un residente della vicina Via Fratelli Bandiera che spesso si muove in bici e trova le auto ferme anche sulla ciclabile. Buona così, dunque. È diventato diritto acquisito. Del resto il problema della scomparsa dei parcheggi era stato indicato con vera preveggenza dal comitato che – quasi dieci anni fa – si batteva contro la Tangenzialina voluta dal centrodestra.

Si potrebbe pensare: è solo un problema di legalità, di rispetto delle regole fine a se stesso. Il problema è invece che chi procede sulla strada si ritrova a fare lo slalom tra i veicoli fermi, da una corsia all’altra: operazione pericolosa specie se chi è in marcia viaggia a velocità sostenuta. E di alte velocità, da queste parti, ne sanno qualcosa: basti pensare che i morti degli ultimi anni sulle strade gallaratesi sono concentrati proprio sulle strade a doppia carreggiata: in via Carlo Noè, in via Pietro da Gallarate, pochi mesi fa in viale Milano. Uno stillicidio di morti , tutti motociclisti, sugli assi stradali che – moderni e ben illuminati – dovrebbero essere più sicuri. Gli incidenti stradali mortali su queste vie eguagliano quasi quelli in altre zone (comprendendo, tra questi, anche quello avvenuto all’incrocio tra la Tangenzialina e via Torino). E questo senza contare gli incidenti "minori" e senza tornare indietro agli investimenti mortali più lontani nel tempo.

Naturlamente la questione non riguarda solo gli stradoni a doppia carreggiata: c’è Corso Sempione, per esempio, con la raffica di soste vietate sui marciapiedi su entrambi i lati della strada (denunciate spesso di nostri lettori). Senza dimenticare, infine, anche altre vie che in anni recenti hanno visto modificare la propria funzione: l’esempio più evidente è via Aleardi, che da strada periferica si è trasformata – con i nuovi insediamenti residenziali e commerciali – in una via di grande passaggio, quasi un asse portante per Madonna in Campagna e la zona esterna di Arnate. Anche qui i nostri lettori sono particolarmente attivi e hanno denunciato il parcheggio selvaggio.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Novembre 2011
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