Parcheggio del Fare, a quando la riapertura?
Due mesi l'amministrazione comunale parlava di un possibile uso del piano terra, la proprietà del centro commerciale doveva ottenere il certificato antincendio. Ora il PdL va alla carica: "Ora tocca a voi dare risposte"
Che fine ha fatto il progetto di riapertura del parcheggio del centro commerciale il Fare? A metà settembre l’amministrazione annunciò che si stava lavorando per rendere di nuovo utilizzabile almeno il piano terra del grande complesso d’uso pubblico. A distanza di due mesi, con la stagione fredda e le piogge che hanno aumentato anche il numero di pendolari che raggiungono la stazione FS in automobile, la questione si ripropone. Il PdL chiede all’amministrazione di fare il punto della situazione con un question time che sarà presentato nel prossimo consiglio comunale e in cui "avendo già appreso da stampa la volontà di aprire entro settembre il primo piano del centro commerciale il FARE", si chiede di "conoscere tempi e metodi certi per l’apertura". La richiesta è stata presentata da Giuseppe De Bernardi Martignoni e da Germano Dall’Igna: «Le cose a volte sembrano così semplici – dice Dall’Igna – ma poi in realtà le valutazioni da fare sono sempre tante. Certo è facile criticare chi li ha preceduti, ora tocca a loro dare risposte»
L’assessore ai lavori pubblici Luigi Colombo spiega oggi di voler dare risposta, per correttezza istituzionale, «direttamente al questione time, in consiglio comunale, illustrando tutti i termini della questione» . L’ultima indicazione venuta dall’amministrazione era relativa al certificato antincendio: le pratiche erano – come già in passato per altri aspetti – a carico della proprietà del centro commerciale. L’operazione sembrava destinata ad essere compiuta in tempi brevi, anche se l’assessore Colombo non aveva indicato una data certa: il Comune si era mosso rifacendo anche la segnaletica orizzontale all’ingresso del parcheggio (nella foto). Superato lo scoglio della certificazione antincendio, dovrebbe essere comunque finalmente possibile aprire almeno i 50 posti al piano terra. Che sarebbero una boccata d’ossigeno per i pendolari e per i residenti di Sciarè, che faticosamente convivono nelle stesse strade.
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