Appalti, SEL chiede un protocollo per la legalità
Sinistra Ecologia e Libertà chiede regole serie per contrastare i rischi di infiltrazione mafiosa. Partendo dall'edilizia e dal nuovo Piano Governo del Territorio
«Un protocollo di legalità per le immobiliari e le imprese che operano nel settore degli appalti nel nuovo PGT: questa la risposta che l’amministrazione cittadina può e deve dare alle ultime notizie che vedono, ancora, la nostra città coinvolta in affari di mafia». È la proposta di Sinistra Ecologia e Libertà, nel giorno degli arresti per mafia che hanno toccato anche Gallarate.
«L’impresa che vuole operare a Gallarate – propone SEL – deve comunicare al Comune una serie di informazioni (come la composizione della società e il casellario giudiziario di titolari e soci, i bilanci degli ultimi due anni di attività, il numero e l’identificazione degli operai che lavorano nel cantiere, le targhe dei mezzi che vi transitano, l’elenco dei fornitori e subappaltatori come previsto dal giugno 2010 per gli appalti pubblici). E presentare non il certificato antimafia, ma la più approfondita informativa antimafia, abbassando la soglia del valore dell’appalto per tale richiesta». I vendoliani gallaratesi citano l’esempio del Comune di Reggio Emilia e, di recente, «il piccolo comune lodigiano di Merlino», applicando proprio la legge regionale 12/2005, quella che istituisce il Piano di Governo del Territorio: la concessione del bonus di volumetrie per gli edifici a levata prestazione energetica, contempla, per una parte, l’adesione al protocollo di legalità. «Un’adesione che viene resa pubblica, aumentando la trasparenza verso la cittadinanza. La finalità è quanto mai semplice e necessaria: sostenere le imprese pulite e non quelle mafiose, dare concretezza al principio che la legalità conviene».
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