Cancro allo stomaco: Varese è all’avanguardia, ma la lotta è difficile

Esperti di fama internazionale si sono confrontati al Palace Hotel sull'importanza di una cura integrata tra diverse specialità. Del 50% le possibilità di sopravvivenza

Il professor Dionigi Trecento casi nuovi ogni anno nella sola provincia di Varese. Un’incidenza elevata se si guarda all’andamento statistico in Italia ( 250). Ancora non si conoscono le motivazioni di questa maggiore percentuale né quali siano i fattori scatenanti di una patologia che ha esiti nefasti nel 50% dei casi. L’unica certezza è che per far fronte alla patologia, l’ospedale di Circolo ha sviluppato una competenza specifica perfezionando un percorso integrato di assistenza che coinvolge anche altre specialità.

Per fare il punto sulle pratiche di gestione e cura di questa neoplasia si sono riuniti all’Hotel Palace di Varese alcuni tra i maggiori esperti di fama mondiale per il primo“International course on upper gastrointestinal surgery”. 

 Il convegno, presieduto dal professor Renzo Dionigi, rettore dell’Università dell’Insubria, nonché direttore della Chirurgia prima dell’Ospedale di Circolo di Varese, e diretto dal dottor Stefano Rausei dell’Ospedale di Circolo era in particolare dedicato al tema: Gestione chirurgica del carcinoma gastrico avanzato: nuove evidenze e tendenze.

“Il acncro allo stomaco è molto più diffuso in Oriente – ha chiarito il dottor Rausei – si ritiene che ci sia un nesso sia genetico sia alimentare. In quei paesi, vista l’eleveta incidenza, è diffuso lo screening. Nei paesi occidentali, invece, la percentuale di pazienti è ancora limitata e non è tale da giustificare una campagna di prevenzione che andrebbe effettuata con l’endoscopia. Da qui, però, deriva che i pazienti si presentano quando il cancro è già in fase avanzata e la risposta chirurgica ottiene solo parzialmente risultati. Ecco perché stiamo affinando un percorso congiunto con altre specialità, dall’oncologo, al radioterapista, al gastroenterologo, al radiologo, all’anatomopatologo, al nutrizionista”.
In genere, dunque, si va dal dottore quando ormai il tumore è in fase avanzata e provoca dolori addominali, perdite di peso, sangue nelle feci o nel vomito, difficoltà di digestione. I campanelli d’allarme non sono tanti ma è bene impensierirsi davante a un evidente calo di peso unito a una cattiva digestione. 

"L’approccio multidisciplinare – ha concluso il professor Renzo Dionigi – ha sicuramente migliorato la gestione dei pazienti affetti da cancro gastrico, ma i risultati in termini di sopravvivenza ancora non sono del tutto confortanti".

 L’iniziativa ha ottenuto numerosi patrocini, tra questi si sottolineano in particolare quelli del Gruppo Italiano di Ricerca per il Cancro Gastrico (GIRCG) e dell’International Gastric Cancer Association (IGCA).

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Dicembre 2011
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