CasaPound e il gazebo proibito: “Avevamo già deciso di non scendere in piazza”
La nota del responsabile provinciale Gabriele Bardelli dopo la decisione della Questura di impedire un presidio già programmato da un mese
Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’associazione politica CasaPound in merito alla decisione presa e oggi comunicata dalla Questura di Varese che proibisce il gazebo programmato per sabato 17
"Prendiamo atto del comunicato della Questura, a prescindere dalle sue decisioni CasaPound aveva comunque deciso di rinunciare alle attività pubbliche fino a metà gennaio nel caso specifico il banchetto di sabato 17 dicembre era un’iniziativa di solidarietà verso le popolazioni del Kosovo e della Birmania, l’ipotesi che si potesse trasformare in un momento di tensione per la città, dopo attenta riflessione ci ha fatto fare un passo indietro. La scelta deve essere inserita nel momento di tensione che la nostra associazione stà subendo per colpe non proprie, ma deve anche essere adeguatamente scissa dagli avvenimenti di Firenze, CasaPound non ha nulla da nascondere, opera alla luce del sole, i fatti sono li a dimostrarlo, la tensione nei confronti di CasaPound non è diretta conseguenza della strage ma della strumentalizzazione della stessa da parte di gruppi politici piu’ interessati al proprio tornaconto che alla verità. A Varese non piu’ di un anno fa abbiamo organizzato una conferenza pubblica sul tema dell’identità con rappresentanti di un associazione di immigrati, associazione con cui siamo in contatto anche in questi tragici giorni per trovare una forma di dialogo comune, un confronto ed uno stimolo per andare contro i pregiudizi le fobie e le intolleranze, siano esse razziali o politiche."
Gabriele Bardelli, responsabile provinciale di CasaPound
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