Ornella Vanoni: “A Varese ho trascorso la mia infanzia”
Sabato 3 dicembre la cantante è stata ospite alla Biblioteca di Via Sacco per presentare la sua biografia, trattenendo il numeroso pubblico
Ornella Vanoni è arrivata in città accolta da un numeroso pubblico. Con i suoi capelli rossi si è fatta largo tra la folla che l’aspettava all’ingresso e si è seduta accanto a Mauro Della Porta Raffo, presentatore dell’evento e ha iniziato a raccontare di sé senza lasciare spazio a presentazioni. Ha preso il microfono in mano e ha subito fatto "amicizia" con il pubblico: «Perchè sono a Varese?» – ha iniziato – «In questa città mi trasferii con i miei genitori, da bambina, durante la guerra. Ho dei bei ricordi, c’erano i miei cugini e mi divertivo tanto, andavamo alla drogheria Tibiletti, la conoscete?». Il pubblico si guarda intorno, lei chiede, lo guarda, cerca risposte. In poche ricordano la vecchia drogheria in fondo a Corso Matteotti ma una signora si alza e si avvicina a Ornella Vanoni per raccontare che da piccole si incontravano nella sua fattoria, dove si andava a prendere il latte. Dopo poco arriva la cugina dell’artista e si siede accanto a lei. Iniziano una serie di battute che creano un discorso confidenziale dove il pubblico non è escluso.
Ornella Vanoni è simpatica e spigliata ed è Mauro Della Porta Raffo a ricordarle l’intendo di quell’appuntamento, parlare della sua recente biografia. Dal titolo "Una bellissima ragazza", il libro racconta della sua vita trascorsa tra musica, teatro, amore e amicizie. «Ho avuto dei grandi maestri e non credo che non ci siano più, prima erano in evidenza per la mancanza di confusione – spiega l’artista -. Oggi ci sono giovani straordinari che hanno voglia di imparare e non bisogna pensare il contrario. Anche io ho colto da tutte le persone che mi stavano intorno, assorbivo tutto come una spugna». Certo i tempi sono cambiati e l’avvento delle nuove tecnologie ha cambiato le cose: «prima gli artisti si trovavano, penso ai circoli di Brera, adesso si fa tutto con internet e a me questo non piace».
E poi si parla ancora di teatro, del suo incontro con Giorgio Strehler e degli esordi al Piccolo di Milano, fino al debutto come cantante. Il pubblico la segue, ride alle sue battute e ascolta. Racconta poi le sue vicende personali, i periodi di depressione in cui ha sofferto molto ma anche la scoperta dell’amore e del sesso, il suo rapporto con le droghe. Un ragazzo le chiede di Tenco, uomo che lei ricorda triste, ma sono moltissime le curiosità che si vorrebbero chiedere a un’artista riconosciuta come una delle più importanti della storia delle musica leggera italiana. E alla fine saluta il suo pubblico come lui le chiede, cantando "My funny valentine".
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