Presepe vivente, protagoniste le provocazioni dei bambini

Il regista Andrea Chiodi, durante la diretta web su Varesenews, ha spiegato le novità della rappresentazione della natività che si terrà venerdì 23 dicembre (dalle 15 e 30)

«La cosa che mi colpisce dei vangeli che raccontano la natività è la contemporaneità di Gesù. Matteo ce lo racconta come un uomo in carne ed ossa. Non è una fiaba, ma un avvenimento che è accaduto». Andrea Chiodi, 31 anni, attore e regista teatrale, dirigerà la rappresentazione della natività (venerdì 23 dicembre a partire dalle 15 e 30) davanti alla Basilica di San Vittore. Un appuntamento, quello del presepe vivente, già diventato tradizione (è al decimo anno consecutivo) e alla cui preparazione lavorano oltre 60 persone. Una complessità difficile da gestire, se pensiamo solo al fatto che ben 400 comparse animeranno la scena della natività.
«Quest’anno – spiega Chiodi- ho introdotto un cambiamento importante. Nella rappresentazione non ci saranno dei grandi attori, ma dei piccolissimi attori, dei bambini, uno dei quali introdurrà una provocazione forte: la storia che raccontate è un’invenzione. Ma la realtà che gli si spalancherà di fronte agli occhi gli dimostrerà il contrario. È la metafora dell’incontro cristiano con la fede, con Gesù».
Già, gli incontri. Nella vita di Chiodi, «avvocato pentito» (ha studiato giurisprudenza), sono stati determinanti, a partire da quello con Piera degli Esposti, un colosso del teatro italiano, che del giovane regista è stata la prima mentore. Incontri virtuosi che hanno radicato in lui la convinzione che la cultura ha in sè un messaggio di verità e bellezza. Occorre però diffonderlo quel messaggio, cioè agire per portarlo il più possibile vicino alla vita delle persone. È questa la grande occasione che offre il presepe vivente sia al cristiano convinto sia al cittadino che casualmente arriva in piazza San Vittore, chiedendosi «cosa succede qui?».
«Questa rappresentazione – sottolinea il regista – ha uno scopo benefico e poiché lo slogan di Avsi, la onlus che sosteniamo, dice che alla radice dello sviluppo c’è il fattore umano, allora credo che il tema dell’educazione diventi centrale, in quanto la cultura è una possibilità importante. E il teatro, come l’Avsi (Associazione volontari per il serviziointernazionale), lavorando sul territorio, cerca di costruire questa possibilità».

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Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Dicembre 2011
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