Entusiasmo tra gli studiosi del GAT per il grosso successo della missione d’alta quota in pallone alla riscoperta dei raggi cosmici.
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A caccia di raggi cosmici 4 di 23
È decollato mercoledì mattina alle 9,35 da Sant’Antonino (20 km da Lugano verso Bellinzona) il volo celebrativo e scientifico in pallone aerostatico con cui il GAT, Gruppo Astronomico Tradatese ha voluto rievocare l’analoga impresa compiuta 100 anni fa da Victor Hess, che gli permise di scoprire i raggi cosmici e di guadagnarsi per questo il premio Nobel nel 1936. Un folto pubblico di curiosi si è radunato ai bordi del grande piazzale erboso scelto dall’organizzazione per il lancio.
Dopo due anni di preparativi e oltre due mesi di attesa che le condizioni metereologi che fossero favorevoli, finalmente Mercoledì 11 Gennaio si è presentata una giornata straordinariamente favorevole per la nitidezza del cielo, per l’assenza di forti venti i quota e per una temperatura in quota sopportabile ( ‘solo’ -25°C). La ditta Ballon Team di Lugano, con estrema professionalità e competenza, ha messo a disposizione per questa straordinaria esperienza scientifica e documentaristica non uno ma due palloni aerostatici. In una prima mongolfiera di grandi dimensioni capace di ospitare ben 14 persone, si sono sistemati per il GAT Marco Arcani ed Antonio Paganoni con alcuni sofisticati rivelatori di particelle cosmiche ( ovvero raggi cosmici) progettati in toto da Marco Arcani nei due anni precedenti. L’idea era quella di verificare ( come fece Hess 100 anni fa) con misure quantitative l’ aumento della quantità dei raggi cosmici con l’ altezza, arrivando almeno fino a 6000 metri. Assieme ai due studiosi del GAT hanno voluto prender posto sulla grande mongolfiera anche i rappresentati delle principali televisioni nazionali ( Giovanni Marci e Mauro Boscarato per la Svizzera, Roberto Tojan per la RAI, Luigi Bignami per Mediaset, oltre a Sky con un ponte diretto via satellite): questo per seguire da vicino l’andamento delle misure scientifiche.
In una seconda mongolfiera di minori dimensioni, pilotata dal Sig. Merz (titolare della Ballon Team) hanno invece preso posto altri operatori televisivi con il compito di filmare da vicino le evoluzioni del pallone principale. E’ stata un’idea vincente perché , grazie anche alla splendida giornata di sole, sono state ottenute immagini e filmati di incredibile bellezza e suggestione: nei prossimi giorni le televisioni manderanno in onda questi filmati , mentre il GAT ha già programmato una imperdibile serata sulla missione Vhanessa per lunedì 19 Marzo al GRASSI. La mongolfiera di Marco Arcani ad Antonio Paganoni è salita ad una velocità di 180 metri al minuto, facendo (per effettuare misure della radiazione cosmica) soste di circa 5 minuti ogni 1000 metri fino a 3000 metri e da lì soste ogni 500 metri. A 2000 metri la temperatura era di circa -10°C, ma è poi progressivamente scesa fino a -25°C alle quote più alte. Attorno a 4′500 metri tutti i membri della spedizione VHANESSA hanno dovuto indossare le maschere d’ossigeno, resosi necessario per il duro lavoro di bordo sia da parte di chi si occupava di scienza sia da parte di chi si occupava di riprese televisive.
L’apice a 6′000 metri è stato raggiunto sopra Melide dopo circa 2 ore di volo .Qui è cominciatala fase di discesa, durata circa un’ora e sospinta da una leggera brezza spirante da Nord: come risultato l’atterraggio è avvenuto a distanza notevole dal punto di partenza, precisamente in un campo dalle parti di Senna Comasco (non lontano da Cantù), dove grande è stato lo stupore della popolazione nel vedere l’arrivo di un oggetto tanto gigantesco e pittoresco. Dal punto di vista scientifico la spedizione è stata un grande successo e di questo gli studiosi del GAT sono giustamente orgogliosi ed entusiasti. Tutti gli strumenti hanno funzionato talmente bene che si possono già trarre alcune conclusioni preliminari. Per esempio si è visto che le particelle cosmiche hanno cominciato ad aumentare a partire da 3000 metri, diventando 5 volte più numerose nella loro globalità alla massima quota di 6000 metri. Per contro i muoni, le uniche particelle che si riescono a rivelare al suolo, si sono almeno raddoppiati alla massima quota. Si tratta di dati scientifici importanti che verranno elaborati statisticamente nelle prossime settimane e probabilmente presentati in Agosto in Germania ad un Congresso mondiale sui raggi cosmici organizzato appunto in memoria del centenario di Victor Hess.
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