“Denunciavo i politici corrotti, mi hanno incarcerato”
Jean Claude Mbede è un giornalista del Camerun: ha sfidato il potere ed è stato perseguitato per le sue inchieste scomode. Oggi vive a Gallarate, fa ancora il giornalista e si occupa di sport e d'immigrazione
Dalla Tv del Camerun a Gallarate, dalle inchieste sulla "casta" africana al racconto di sport e immigrazione in Italia: Jean Claude Mbede era un volto noto in Camerun, ora vive a Gallarate e, a tre anni dall’arrivo in Italia, è tornato a fare il giornalista.
Mbede, 35 anni, ha alle spalle una storia drammatica: ha sfidato il potere e i politici corrotti del Camerun e ha pagato duramente. «Ma io sono nato in una famiglia povera e non potevo schierarmi dalla parte dei ricchi e dei potenti» racconta, ricordando gli anni delle persecuzioni. I suoi problemi sono iniziati quando lavorava nella Tv pubblica camerunense: «Avevo mostrato il ministro della pubblica istruzione costretto a rimanere sotto la pioggia, perché gli studenti che lo contestavano: fino ad allora aveva sempre nascosto la protesta, lì è stato costretto a dialogare. Per aver mostrato quella immagine, del ministro sotto la pioggia, sono stato cacciato». Passato nella prima televisione privata del Paese, ha lanciato nuove inchieste scomode, ben documentate. «Riguardava un gruppo di ministri molto potenti, che ricattavano giovani poveri e ne abusavano sessualmente promettendo loro di fargli avere dei posti di lavoro. Gli stessi sono finiti in una inchiesta internazionale per aver stornato fondi pubblici e nascosti in Occidente». Quelle inchieste gli sono costate care, è stato licenziato (la tv era di properietà del fratello del premier) ed è stato incarcerato: «Mi hanno torturato in carcere, ho perso anche alcuni denti. Poi nel corso di un break di un interrogatorio con il Procuratore sono riuscito a fuggire. Sono dovuto venire in un Paese libero e neutro come l’Italia».
Guarda la storia raccontata da Jean Claude nel video
Arrivato in Italia tre anni fa (a Malpensa) con un regolare visto, ha faticato nel trovare la sua strada, muovendosi prima verso Sud (a Crotone) e poi tornando al Nord, nonostante qualche difficoltà per trovare un alloggio a Milano. Oggi vive a Gallarate ed è tornato a fare il giornalista: si occupa di immigrazione con servizi video su lookout-tv (web tv dedicata al tema), e di sport, collaborando con Gazzetta dello Sport e Tuttomercatoweb. A Gallarate ha "scoperto" la storia di Abdoul Diaby, il calciatore ivoriano arrivato come profugo dalla Libia e che oggi spera di poter tornare a giocare in Italia. Jean Claude Mbede ha firmato l’articolo comparso sulla Gazzetta dello Sport e anche il servizio video girato a Gallarate. Il rapporto con il giovane calciatore africano è molto forte: nella giornata del 3 gennaio Jean Claude è andato a trovare Abdoul Diaby in ospedale, operato per un problema alla gamba sinistra.
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