Bilancio positivo per Artigianfidi, nonostante la crisi

Lorenzo Mezzalira presidente del megaconfidi fa il punto della situazione a un anno dalla fusione delle nove strutture territoriali

Artigianfidi Lombardia, nato dalla fusione di Artigianfidi Varese con i confidi del sistema Confartigianato Lombardia di Como, Crema, Cremona, Legnano, Lodi, Mantova, Sondrio, Vigevano, ha chiuso il primo anno di attività . Il presidente Lorenzo Mezzalira fa un bilancio della situazione.

Presidente,   si lascia alle spalle un 2011 che è da considerarsi uno fra i momenti peggiori della crisi economica mondiale. Bilancio in crisi anche per voi? 
«È vero, nel 2011 ci siamo trovati a gestire una fase delicatissima per la vita di una azienda come quella di un vero e proprio start-up frutto della fusione tra 9 soggetti diversi e l’abbiamo fatto nel periodo forse più difficile degli ultimi anni. L’abbiamo fatto però pianificando con attenzione tutto e siamo riusciti a farlo al meglio, tanto che il bilancio 2011 si chiuderà più che in equilibrio, con viva soddisfazione mia e di tutto il cda sempre attento a posizionare costantemente in equilibrio un’azienda nella quale operano più di 60 persone e che ha una base associativa di poco meno di 38.000 imprese.
Nella prima parte dell’anno abbiamo consolidato i processi direttamente collegati alla fusione, abbiamo completato a tempo di record le migrazioni dei sistemi informativi, allineato i processi e le procedure, rinegoziato allineando l’offerta commerciale tutte le convenzioni bancarie, ridefinito in sintonia con Confartigianato Imprese Lombardia il nuovo quadro di Governance nella prima assemblea generale di AFL tenutasi nel mese di marzo e, infine, nel mese di maggio, una nuova assemblea ha messo in approvazione i nove bilanci (9!) dei confidi che hanno dato vita ad AFL chiudendo definitivamente la fase straordinaria del nostro primo esercizio.  In tutto ciò non abbiamo mai perso di vista i numeri che sono un po’ la nostra carta d’identità verso il mercato.  Nel 2011 abbiamo "portato" al nostro mercato le migliori opportunità di credito possibile, tra le quali mi piace ricordare Confiducia, operativo fino a maggio 2011 che ha visto AFL perfezionare in tutto 6280 operazioni (da soli il 45% di tutte quelle fatte in Lombardia) per un volume di oltre 382 milioni di euro».

E per quanto riguarda gli investimenti?
«Abbiamo chiuso con successo, all’interno della piattaforma Federfidi Lombarda il progetto FEI, definendo nell’esercizio oltre 59 milioni di euro di nuovi finanziamenti per Investimenti.  Chiudiamo il primo esercizio con uno stock di finanziamenti garantiti in essere composto da 18.486 posizioni per un volume di oltre 684 milioni di euro.  Lo stock dei crediti deteriorati netti incide nella misura del 2,9% sui crediti totali e la loro percentuale di svalutazione è mediamente dell’83%.  Il flusso di nuovi finanziamenti erogati nel 2011 è rappresentato da 6.669 operazioni per un volume di oltre 355 milioni di euro.  Il numero dei nostri soci in questo primo anno è cresciuto di 1.524 unità attestandosi al 31/12 alla cifra di 37.956 imprese.  Il capitale sociale, la prima fonte di alimentazione del nostro Patrimonio di Vigilanza al 31/12/2011 si posizionato a 18.023.973 euro contro i 16.412.937 euro del 31/12/2010.
Dal punto di vista dell’equilibrio patrimoniale il nostro Total Capital Ratio si attesta al 9,39% ed il core tier 1 all’8,18%.  Insomma il 2011 è stato di certo un anno denso di attività e difficoltà, vogliamo fare sempre meglio, ma onestamente siamo soddisfatti per come l’abbiamo affrontato ed i numeri confortano questa nostra convinzione».

Quali le azioni di Artigianfidi Lombardia per il 2012?
«L’economia italiana sta vivendo una fase difficile e le imprese necessitano stabilità. Il maxiconfidi lombardo si è posto un obiettivo: dare fiducia a quell’imprenditoria che si è sempre dimostrata all’altezza delle sfide del mercato. Che non ha mai ceduto. Che non si vuole arrendere. E’ vero, il capitale circolante si è ridotto, si percepisce ancora una certa difficoltà nell’ottenere credito da parte degli imprenditori, ma Artigianfidi Lombardia c’è e ci vuole essere per dare al sistema una certa efficienza e per continuare, come ha fatto sino ad oggi, a dare credito di buona qualità. Una scelta fondamentale per dare il via a quella spinta di cui ha bisogno il nostro Paese: liquidità, finanziamenti, investimenti che possano "sostenere" l’impresa. I nostri 38mila soci riconoscono in noi proprio questo: l’impegno nel trovare sempre una soluzione. Il confidi è patrimonialmente solido e il nostro requisito patrimoniale ci permette di valutare le imprese con serenità ed equilibrio, secondo criteri funzionali all’andamento del mercato, e di sostenere un rischio nella garanzia che ci rende competitivi rispetto ad altri attori nel mondo del credito».

Credit crunch: ci siete cascati, ne siete stati complici o…?
«…Non perdiamo mai di vista l’impresa. E ciò che sostiene l’imprenditore nei momenti più difficili è proprio una struttura che sa come comportarsi di fronte ai rischi finanziari. Uno fra i nostri compiti è proprio quello di evitare che l’impresa caschi nelle sabbie mobili del mercato. E per farlo applichiamo un rating personalizzato analizzando caso per caso: perché ogni singola impresa è diversa, ha esigenze diverse,  presenta bilanci e conti economici diversi. Artigianfidi Lombardia, sotto questo punto di vista, è particolarmente flessibile: guardiamo più agli elementi qualitativi di un’impresa che a quelli quantitativi. Nell’attribuzione della rischiosità, il nostro obiettivo è quello di soppesare attentamente anche i comportamenti degli imprenditori. Faccio un esempio: se un’impresa non è pagata da un fornitore, questa si troverà a corto di liquidità, la banca la valuterà in via del tutto negativa e il suo rating si abbasserà. Ecco, noi preferiamo essere severi con chi causa tali difficoltà alle imprese, perché nella valutazione d’azienda è importante considerare tutti gli aspetti. Se un imprenditore si trova in difficoltà a causa di altri non può essere colpevolizzato: noi non lo facciamo. Ecco perché siamo consapevoli del fatto che la tradizione, la storia, i legami con il territorio e la società non possono essere cancellati da una fretta valutazione di calcolo. Quindi, compatibili con quanto dettato dal Testo Unico Bancario, continuiamo a dare credito al territorio. Siamo grandi e vogliamo crescere, perché Artigianfidi è caratterizzato da un processo del credito rigoroso e di qualità: è questo che ci permette di svolgere al meglio il nostro ruolo. Ormai siamo ormai una realtà a dimensione regionale, è vero, ma la cura delle realtà locali sarà sempre un punto fisso nel nostro approccio al mercato».

Il rapporto con le banche: la vostra offerta ha risentito del comportamento di alcuni istituti di credito?

«Tensione del mercato significa tensione delle banche e, di conseguenza, tensioni economiche che Artigianfidi deve gestire. D’altronde, la congiuntura è negativa e frutto di situazioni esogene che vedono ancora uno spread andare su e giù. Non pensiamo che l’Italia – ormai nel mirino della speculazione – si meriti una valutazione di rischio negativa (il nostro sistema imprenditoriale è sano), ma in tale contesto è facile che si generino derive che possono condurre le banche a tenere comportamenti non sempre "etici". E si tratta di comportamenti che il nostro confidi stigmatizza. Siamo però solidali con gli istituti di credito nella misura in cui si ritengono inadeguate le richieste dell’EBA. Banca d’Italia, Banca Centrale Europea e UE si sono però mosse e, probabilmente, permetteranno un approccio più morbido alla chiamata di capitale che potrebbe condurre a conseguenze procicliche.
Siamo quindi del tutto sintonizzati con le posizioni espresse a più voci dal sistema bancario italiano perché pensiamo che l’EBA chieda tempi troppo stretti per la ricapitalizzazione del patrimonio delle banche. Tempi che debbono essere ripensati e posticipati. Gli istituti di credito non possono raccogliere denaro a costi troppo alti e già da ora non riescono più a garantire operazioni a medio termine. Il mercato richiede una prontezza, una dinamicità, una capacità di analisi che non possono essere ingessate nell’incertezza e nelle richieste esose di chi sembra non conosca ciò che sta accadendo. Dunque, tutti noi abbiamo bisogno di banche che partecipino al rilancio del territorio e che sappiamo come rapportarsi con le realtà locali. Chiediamo agli istituti di credito, infine, di non comportarsi con i propri clienti come l’EBA si sta comportando con loro: i clienti sono preziosi e come tali debbono essere trattati. Le nostre 18mila posizioni in essere ci fanno pensare che la cura nei confronti delle imprese non è mai troppa»

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Pubblicato il 02 Febbraio 2012
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