“Spalla a spalla con il mio idolo. A 200 all’ora”
Marco Colandrea, 17enne di Cremenaga, gareggerà nel mondiale in Moto2. Tra i suoi avversari anche Toni Elias: «Mi ha sempre ispirato, ora me lo trovo in pista da collega e avversario»
Incontrare in pista quello che per anni è stato il proprio idolo, rivaleggiare con lui, stringergli la mano nel paddock e scambiare qualche parola da collega a collega. La breve e promettente carriera di Marco Colandrea (foto – dal profilo FB del Sag Team) ha già regalato sorprese ed emozioni al giovane pilota di Cremenaga che nella stagione 2012 gareggerà nella Moto2, la categoria subito al di sotto della classe regina delle due ruote dove si danno battaglia Valentino Rossi e gli altri fenomeni del Mondiale.
Questo ragazzo di classe 1994 sta già catalizzando gli interessi al di qua e al di là della frontiera, vista la sua storia particolare: è nato e studia "di là", in Canton Ticino, ma vive da sempre da questa parte del Tresa, a Cremenaga. Doppio passaporto e doppio tifo, italiano e svizzero, che può addirittura diventare triplo se consideriamo che sua mamma è di origine ceca. "Cola" fino a qui, dal punto di vista sportivo, si è diviso proprio tra la Germania e l’Italia avendo partecipato ai campionati nazionali di velocità, ma già dal termine del 2011 il suo nome ha iniziato a circolare nel Motomondiale grazie all’ingaggio, per le ultime tre gare, da parte di un team di 125. Ora la seconda, grande occasione nell’iridato: la Moto2 con la scuderia spagnola SAG che gli ha fatto firmare un contratto di due anni. Il campionato si aprirà l’8 aprile a Losail, in Qatar, intanto però Colandrea sta effettuando i test ufficiali prestagionali.
Marco, dopo i primi test di Valencia hai provato la moto a Jerez. Quali sono le tue impressioni?
«Sono andato piuttosto bene: a Valencia avevo poco feeling con la moto, era la prima volta che la utilizzavo e inoltre la pista era molto fredda. Stavolta invece ho effettuato tanti giri, circa 200 in tre giorni, e ho testato diverse nuove componenti. Sono soddisfatto».
L’anno scorso l’esordio nel Mondiale, ora un contratto biennale. Come è avvenuta questa "scalata"?
«Nelle mie gare in 125 non sono andato a punti ma ho costantemente migliorato il risultato, di volta in volta e mi sono fatto conoscere. Così si sono aperte alcune trattative: quella migliore mi ha portato al team SAG di Edu Perales, manager che da tanti anni è nel Motomondiale e ha grande esperienza di questo mondo».
Il team ti ha dato un biennale: che aspettative ha verso di te?
«Per ora non mi ha chiesto risultati particolari: avrò tempo di prendere confidenza con la moto e le piste e di migliorare le mie prestazioni. Non conosco direttamente gran parte dei circuiti e per me sia il mezzo sia la categoria sono nuovi: dovrò lavorare molto per crescere».
Dal tuo punto di vista invece, che speranze hai per il 2012?
«È chiaro che si corre per vincere anche se in Moto2 la concorrenza è altissima e presenta anche piloti che hanno già in bacheca titoli mondiali. Voglio perciò essere realista: diciamo che prima di tutto voglio trovare la confidenza con la moto, poi mi piacerebbe arrivare in zona punti e trovare una certa costanza in queste posizioni (tra i primi 15, ndr).
Trovi tante differenze tra la Moto2 e i bolidi pilotati in precedenza?
«Differenze ce ne sono e si sentono: negli anni scorsi ho gareggiato con moto derivate dalla serie, 600 di cilindrata, qui ho a disposizione moto nate per correre. La frenata è totalmente diversa, perchè "morde" di più e opera comunque su un mezzo più leggero delle Stock o delle Sport. Inoltre il telaio è più rigido: tutto questo ti costringe a guidare con maggiore precisione perché i margini di correzione sono ridotti. Per ogni cosa c’è un tempo di reazione minore».
Come si può conciliare la scuola con un impegno agonistico di questo tipo?
«Frequento la SPSE (Scuola professionale per sportivi d’Elite) di Tenero in Canton Ticino, un istituto pensato apposta per chi pratica sport di alto livello. Ci sono piani di studio appositi, con lezioni da seguire quando non gareggio e la possibilità di fare scuola a distanza quando sono via. Io studio una sorta di ragioneria, farlo in un istituto normale sarebbe molto complicato: questo sistema invece è per me molto importante».
Torniamo sui circuiti. Rispetto ai campionati nazionali qual è la cosa che più ti ha colpito frequentando il motomondiale?
«Sembra scontato dire che è tutto più bello, ma è la verità. Nel Mondiale è tutto diverso, superprofessionale anche rispetto alle gare che ho frequentato sino a ora che, pure, sono seguite molto bene dai team. E il bello è che comunque ci sia grande cordialità; ci si saluta tutti».
Raccontaci l’episodio più bello che ti è capitato.
«Dunque, io sulla carena avrò il numero 10 al posto del mio solito 24 perché quest’ultimo è occupato da Toni Elias. Ebbene, io avevo il 24 proprio in suo onore visto che l’ho sempre ammirato molto per il suo modo di correre: ora me lo trovo fianco a fianco perché Toni ha lasciato la MotoGp ed è tornato in Moto2 dove tra l’altro ha già vinto un titolo iridato. L’ho conosciuto proprio a Jerez in questi test e per me è stato un momento davvero bello, anche perché ci siamo messi a parlare dei problemi di adattamento alle nostre moto, come due "colleghi" di vecchia data. Dico la verità: avere un avversario del genere in pista mi dà un’ulteriore carica e voglia di imparare il mestiere a questo livello».
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