I Pd interroga la base, “Sulla riforma del lavoro siamo uniti”
Anche in provincia il partiito ha allargato il dibattito ai circoli Pd. La discussione è sfociata nell’assemblea provinciale che si è svolta lo scorso 26 marzo alla quale hanno partecipato oltre 300 iscritti
La discussione sulla riforma del lavoro investe anche la base del Partito Democratico, ed è da qui che riparte l’elaborazione della posizione che il partito dovrà tenere in Parlamento quando verrà vagliato il testo del ministero Fornero.
Anche in provincia di Varese il Pd si è organizzato per allargare il dibattito a tutte le realtà territoriali de partito con una serie di incontri che hanno toccato molti dei circoli Pd sfociati nell’assemblea provinciale che si è svolta lo scorso 26 marzo alla quale hanno partecipato oltre 300 iscritti.
L’obiettivo, spiega Fabrizio Taricco che del Pd in provincia di Varese è il segretario, «è far emergere il quadro di un partito che discute ma che sa trovare una linea unitaria».
Gli incontri, in effetti, sono stati numerosi e hanno toccato gli estremi, a volte quanto mai distanti, della discussione interna al partito. Prova ne sono, in particolare, gli incontri con Stefano Fassina, che nel Pd è stato quello più vicino alle richieste del sindacato (non a caso nell’incontro tenuto all’istituto De Filippi a Varese la presenza della Cgil era massiccia, almeno quanto gli applausi); e Pietro Ichino, uno dei primi nel partito a sostenere una riforma che toccasse anche la disciplina dei licenziamenti.
La posizione, adesso, rimane quella di apertura nei confronti della riforma Fornero ma con l’obiettivo di modificarne alcuni aspetti in Parlamento. «La posizione sulla proposta di riforma è una posizione positiva – spiega Emiliano Cacioppo, responsabile del lavoro provinciale per il Pd -, molte delle proposte della Fornero provengono anche dalle discussioni e dalla elaborazione del nostro partito. Poi ci sono delle modifiche da fare e anche alcune critiche, ma la base di discussione è sicuramente positiva, l’impostazione di questa riforma ci piace».
Per entrare nel merito delle critiche e delle richieste di riforma proposte, anche a Varese, non c’è bisogno di andare molto lontano dalla cronaca politica nazionale: parliamo di articolo 18. «che negli anni settanta era indispensabile – spiega Cacioppo – ma che oggi, con le piccole aziende e per come è strutturato il mondo della produzione, rischia di cercare di mantenere in piedi un mondo che non c’è più».
La modifica della disciplina sui licenziamenti è un po’ il cardine del moto di proteste che la presentazione della Fornero ha scatenato: immediatamente all’interno della Cgil, e a ruota da una parte del Pd, degli altri sindacati e finanche della Chiesa.
La proposta del Partito Democratico nazionale, condivisa anche dai vertici varesini, è quella di modificare la disciplina sui licenziamenti per motivi economici in una direzione che vada verso il modello tedesco.
Attualmente, secondo quanto annunciato da Fornero, i licenziamenti per motivi economici non prevederanno il reintegro per i lavoratori neanche nel caso in cui il giudice accettasse il ricorso presentato dal lavoratore stesso. In tal caso sarà previsto l’indennizzo da parte del datore di lavoro pari a una cifra tra le 15 e le 27 mensilità.
La proposta di modifica verso la quale sembra orientato il Partito Democratico è invece quella di affidare al giudice, anche nel caso dei licenziamenti per motivi economici, la scelta tra l’indennizzo e il reintegro.
«Coscienti dell’importanza di quello che è e che rappresenta l’articolo 18, abbiamo però anche l’ambizione di rappresentare il mondo giovanile – spiega Luca Carignola, coordinatore pd – e nella riforma della Fornero qualche elemento utile c’è e va ancora di più approfondito per andare verso una riforma che riduca la precarietà e tutto ciò che rappresenta».
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