Il mercato del turismo a Varese resta difficile
Nel 2011 bilancio ancora negativo per l’area di Malpensa, mentre Varese mantiene la posizione. Albergatori preoccupati per i rincari causati dall’introduzione dell’Imu e dall’aumento dell’Iva

Per le attività della zona di Malpensa i dati per l’anno trascorso parlano di un calo di tutti gli indicatori. L’occupazione delle camere è scesa rispetto al 2010, di 9,6 punti percentuali, così come è in calo di 10,2 punti la redditività. Come sempre il confronto con le altre zone aeroportuali evidenzia la maggiore sofferenza dello scalo della Brughiera rispetto agli altri scali europei, alcuni dei quali (Amsterdam e Monaco ad esempio) hanno registrato performance positive. Il futuro dell’aeroporto appare in questo momento più che mai incerto: come è emerso anche durante la presentazione della ricerca Varese 2020, è urgente ripensare l’attuale assetto aeroportuale che privilegia lo scalo di Linate a scapito di Malpensa.
Positivi, anche se solo in parte, sono i dati che riguardano Varese città dove l’occupazione delle camere è salita nel confronto con il dato 2010 del 9,9% e la redditività è cresciuta del 4,5%, mentre è calato (- 4,7%) il prezzo medio delle camere. Tutti segnali che indicano una tenuta, ma che non bastano a recuperare rispetto alla situazione di crisi in cui il settore si trova già da alcuni anni. A dare fiato alle attività alberghiere in città potrebbero esserci eventi come quelli già in calendario per il 2012: basti pensare agli europei di canottaggio e, a settembre, agli eventi legati al golf. Il turismo sportivo, insomma, si conferma un giusto volano per le attività alberghiere che risente però ancora di una scarsa visione d’insieme.
In generale i dati aggregati a livello provinciale restituiscono l’immagine delle difficoltà con un calo dell’occupazione delle camere pari al 5,3% e della redditività pari al 4,8%.

Sul fronte dell’Imu gli albergatori si appellano alle amministrazioni locale chiedendo che si tenga conto del momento di forte sofferenza del settore nel determinare l’aliquota (che va da un minimo del 4,6 ad un massimo del 10,6 per mille) da far corrispondere per gli immobili differenti dalla prima abitazione. «Occorre essere consapevoli che ogni aggravio di costi – conclude Brovelli – ha una ripercussione negativa per le nostre attività».
Nel 2011 in provincia di Varese hanno operato 165 alberghi (di cui 97 associati Federalberghi, a cui si aggiungono 25 associati di altre strutture ricettive complementari, per un totale complessivo di 122 associati), per un numero totale di 6.182 camere e 11.769 posti letto. L’Osservatorio economico monitora 1658 camere. La categoria più rappresentata è quella degli alberghi 3 stelle (75), seguono 4 stelle (46), 2 stelle (23) e 1 stella (21).
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