Cattaneo va da Alexandra: “Ci sono impegni concreti, ferma lo sciopero della fame”
L'assessore regionale torna a fare visita all'imprenditrice in sciopero della fame, raccontandole i passi fatti - malgrado lo scivolone della mancata votazione in consiglio - ed esortandola a ricominciare ad alimentarsi
«La mancata votazione è solo un dettaglio, c’è l’accordo di maggioranza e opposizione. La giunta e il presidente della Regione sono già pronti a firmare. Vieni questa sera alle ville Ponti, potrai sincerarti direttamente con il presidente Formigoni, che è ospite ad una serata». E’ questa l’estrema sintesi della lunga chiaccherata che Raffaele Cattaneo ha avuto intorno all’inizio del pomeriggio di oggi, 19 aprile 2012, con Alexandra Bacchetta dal suo presidio in piazza della Libertà, che tiene vivo, insieme al suo sciopero della fame, iniziato il 26 marzo e a causa del quale, lei già donna minuta, ha perso già otto chili.
L’incontro è avvenuto dopo lo stop alla discussione della mozione urgente proposta da un gruppo di deputati regionali varesini – capitanati da Raffaele Cattaneo, consigliere di maggioranza e assessore regionale – che avrebbe consentito di sbloccare la sua situazione ma che invece è stata rimandata a causa della sospensione della seduta del consiglio regionale che l’ha rimandato all’8 maggio. Una lunga sessione di chiarimenti e spiegazioni tra il politico e l’imprenditrice, che si è chiusa con una promessa: andare ad incontrare Roberto Formigoni, che questa sera farà il cuoco a Ville Ponti per beneficienza. Cattaneo spera possa convincerla a desistere dal digiunare, in cambio di rassicurazioni concrete e non solo promesse.
«Io continuo con la mia protesta finchè non avrò un impegno concreto». Ha ribadito Alexandra anche nella giornata di oggi «Anche se ciò significa altri 20 giorni di sciopero della fame. Non ho smesso di credere nella politica, ma non ho intenzione di fidarmi delle parole, senza qualcosa di concreto». Cattaneo le ha poi spiegato di avere lavorato anche su un altro fronte: quello della sua assicurazione, che non è intenzionata a pagarle i danni per cui aveva pagato l’estensione di polizza, e con la quale è in causa. «Ho chiamato il presidente di Ania e i responsabili di Axa: perchè comprendano l’importanza di questo caso, anche aldilà delle loro convinzioni riguardo all’opportunità del risarcimento».
Per Alexandra niente ancora di concreto quindi, ma qualche movimento si comincia a percepire, aldilà del clamore mediatico: anche se "gli inciampi" dimostrano, in questo caso come in quello del gettone di presenza in consiglio comunale, che le singole buone volontà non riescono a costruire da sole un fatto. Forse è arrivato il momento che la politica intera si faccia carico della storia di Alexandra come simbolo di un metaforico urlo che proviene dal mondo reale, che si ritrova a dover fare gesti estremi mentre i politici che da loro sono stati eletti sono impegnati in beghe consigliari e problemi personali.
Intanto, l’attività dei suoi sostenitori prosegue: il gruppo su Facebook che sostiene la lotta di Alexandra ha ormai superato i 2700 membri, e ha fatto partire una raccolta di firme online da allegare ad una lettera indirizzata al presidente Giorgio Napolitano che si aggiunge alla raccolta di firme "fisica" che l’imprenditrice propone davanti alla Prefettura ed è arrivata quasi a 400 aderenti.
E’ inoltre in fase avanzata la nascita dell’associazione che, partendo dalla realtà di Alexandra, vuole raccogliere donazioni e fondi a sostegni di chi ha subito danni simili e non riceve gli aiuti dallo Stato. Lo statuto è in fase di studio ma il logo è già pronto, ed è visibile nel gruppo di Facebook.
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