Freerider riaccende la passione dello sport tra i disabili
Tempo di bilanci per l'associazione Freerider che in dieci anni ha avvicinato al monosci 700 disabili. Per chiudere l'anno, un week end a Bormio dedicato agli studenti
«Alle prossime Olimpiadi saranno loro i nostri paladini». A scommettere sui risultati degli atleti italiani paralimpici è Giovanni Daverio, ospite a Villa Recalcati dove è stato presentato il bilancio dei primi dieci anni di attività della Freerider Sports Event, l’associazione formata da varesini appassionati di montagna che avvicinano allo sci da seduti persone diversamente abili. L’anno che si sta concludendo ha visto la realizzazione di nove tappe, dal Trentino alla Sicilia, accompagnati dalla Polizia di Stato del centro Addestramento alpino di Moena: «L’incontro con il mondo dei diversamente abili è avvenuto in occasione delle paralimpiadi di Torino – spiega l’ispettore capo Paolo Sestante arrivato appositamente da Moena per l’incontro odierno -. Pur reduce da due settimane intense di Olimpiadi, accanto ai campioni di tutto il mondo, ho provato fortissime emozioni solo davanti agli atleti paralimpici. Ogni alzabandiera è stata un’emozione. Quando, dopo quell’esperienza, è emersa, prima da una madre con un figlio disabile e poi dagli agenti di stanza all’Abetone, l’esigenza di fare qualcosa per aiutare le persone con disabilità a vivere la montagna, ho capito che non eravamo in grado di svolgere questo compito. Si è presentata, allora, l’occasione del Freeriders: abbiamo sposato l’iniziativa, considerandola come un nostro corso di formazione. Oggi abbiamo 260 operatori formati, divisi nelle 60 stazioni sciistiche».

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