I migliori chirurghi del mondo salutano Dionigi
Si è svolto all'Ata Hotel il convegno che ha celebrato i 40 anni di chirurgia dI Renzo Dionigi, che a novembre lascerà la direzione della scuola di chirurgia
Anche Umberto Veronesi, prima di affrontare il suo intervento sulla prevenzione, saluta "Il chirurgo, il docente, lo scienziato e il grande amico". È in questo mix tra stima professionale e umana che si è sviluppato il convegno tenutosi oggi, 25 maggio 2012, all’Ata Hotel di via Albani, organizzato dalla scuola di chirurgia di Varese: una giornata di studio organizzata in onore di una delle sue pietre miliari, Renzo Dionigi, che a novembre, dopo 40 anni di attività, ne lascerà la direzione.
Aperto dal suo primo "discepolo" Lorenzo Dominioni e chiuso da due rappresentanti dell’ultima generazione dei suoi studenti, Luigi Boni e Francesca Rovera, il convegno è durato l’intera giornata e ha visto sfilare alcuni tra i nomi più importanti della chirurgia mondiale: e se è facile ai più riconoscere quello di Umberto Veronesi, le cui innovazioni chirurgiche per il trattamento del cancro al seno hanno cambiato queste cure nel mondo, tra cui è importante segnalare Giorgio De Toma, attuale presidente della società italiana di chirurgia; e J.Wesley Alexander professore a Cincinnati, suo mentore e primo modello, di cui è stato studente subito dopo la laurea all’università di Pavia.
«Le persone che hanno accettato l’invito, e mi ha stupito perchè non credevo venissero tutti, hanno tutti contribuito con pagine fondamentali nella storia della chirurgia del ventesimo secolo» ha sottolineato Dionigi. E provenivano proprio da tutto il mondo – da Tokyo al Kentucky, da Edimburgo a Heidelberg – gli scienziati accorsi al convegno, che hanno avuto con Dionigi un legame professionale ma anche profondamente umano: come ha ricordato il professore Franco Mosca, ordinario all’università di Pisa nel dipartimento di oncologia dei trapianti e delle nuove tecnologie in medicina che, contrariamente agli altri, non ha tenuto una lezione su argomenti di ricerca ma ha fornito una simpatica e divertente "raccolta" di ricordi personali che hanno tratteggiato la figura del chirurgo varesino in un modo nuovo: dalle sue pubblicazioni culturali nate dai molteplici interessi sviluppati accanto alla chirurgia, al libro che "deve avergli fruttato parecchio in royalties, visto il successo ottenuto", ossia il suo poderoso manuale di chirurgia (1884 pagine), giunto nel 2011 alla quinta edizione, base di studio per migliaia di studenti e specializzandi in tutta Italia.
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