“Quelli del Varese non si fermano mai”

Tutto il pubblico in piedi. Il Franco Ossola ha reso omaggio al Varese che ha regalato non la migliore prestazione della stagione, ma la prima vittoria in casa con quattro gol di scarto. Eppure l’Ascoli nonostante la scoppola subita, non ha demeritato. Papa Waigo s’è mangiato tre gol, uno clamoroso all’inizio del secondo tempo che poteva riaprire l’incontro sul 2 a 1.«Noi siamo partiti contratti – ammette Rolando Maran – loro sono partiti bene. Abbiamo sbagliato cose molto banali, forse perché eravamo più nervosi del solito. Insomma, non sono stati i primi venti minuti che volevamo. Poi siamo stati bravi a ritrovarci come squadra e a fare le scelte giuste».
Il Varese ha sofferto un po’ nelle percussioni centrali, l’Ascoli cercava Papa Waigo e in tre occasioni lo ha trovato, per fortuna del Varese il senegalese era in giornata no. «I risultati che facciamo sono straordinari – risponde Maran – ben venga una percussione centrale di Papa Waigo che poi sbaglia. Da fuori le partite sembrano facili, non è così, questo Ascoli veniva da 4 vittorie e due pareggi».
Il Varese continua la sua marcia verso i playoff e Maran è carico più dei suoi giocatori. «Oggi mi son quasi arrabbiato perché c’era poca euforia nello spogliotoio – conclude il mister – perché erano concentratissimi sulla partita. Le altre fanno la corsa su di noi, finché va così va bene, abbiamo 68 punti e c’è ancora da correre».
Massimo Silva, mister dell’Ascoli, non ha nulla da recriminare se non il punteggio troppo rotondo: «Effettivamente è difficile commentare quattro pappine contro questo Varese, ma se la butti dentro cambia tutto, mi dispiace per l’espulsione finale di Andelkovic. Sul 2 a zero era complicato recuperare in genere Papa Waigo quelle occasioni le trasforma in gol. Questa è la mia sconfitta più grande, però ora la scordiamo perché abbiamo la partita salvezza con il Crotone. Il Varese mi aveva già impressionato all’andata: sullo zero a zero e al 93’ continuavano ad attaccare, non si fermano mai. Adesso corro io perché mi aspettano sette ore di pullman».