Un locale libero dal gioco d’azzardo? Si può fare
Il Crazy Pub di Casorate ha scelto di non avere slot machine e gratta e vinci. Sabato è diventato sede di una "lezione" speciale: due giovani matematici hanno spiegato i trucchi psicologici e le probabilità dei diversi giochi
Prendiamo 20 schedine di gratta e vinci: quante probabilità si ha di vincere? Pochissime, se non piccole somme che servono ad una cosa sola: a far giocare di nuovo. Così milioni di italiani diventano progressivamente sempre più dipendenti dal gioco d’azzardo, quello che si consuma nei bar e nelle ricevitorie. Ma anche tra i titolari di bar c’è chi ha deciso di non prestarsi più: succede ad esempio a Casorate, dove il gestore del Crazy Bar (nel centro storico del paese) ha “espulso” le slot-machines dal suo locale ormai da mesi. E sabato ha ospitato invece una giornata di sensibilizzazione: un aperitivo in tarda mattinata, accompagnato dalla brillante “lezione” dei giovani Paolo Lanova (matematico) e Diego Rizzuto (fisico), che svelato – in modo anche divertente – trucchetti psicologici e comunicativi dei più diffusi giochi.
Ad organizzare la giornata l’associazione AND (“Azzardo e Nuove Dipendenze”) e amministrazione comunale, convinta anche che in tempi di crisi le “sirene” del gioco d’azzardo rischino d’inguaiare ancora più persone. «Abbiamo deciso di scegliere una forma differente, non una conferenza a cui nessuno spesso accede, ma un evento dentro al locale» spiega Daniela Capitanucci, psicologa e presidente di AND. «Canova e Rizzuto stanno studiando da anni le possibilità di vincita dei diversi giochi, che fanno leva sulla illusione della vincita». Quasi sempre i meccanismi delle vincite (frequenti e di basso valore, pari a una o due giocate) spingono a giocare sempre di più, in barba alla dicitura un po’ ipocrita “Gioca il giusto” o “Gioca responsabilmente”.
L’esempio del bar casoratese potrebbe anticipare una sorta di rete dei locali “liberi dal gioco d’azzardo”, magari da segnalare con un marchio. «Il passo successivo sarà fare in modo che si possano riconoscere i locali “gamblin’ free”» conclude Capitanucci. Una segnalazione che non serve solo per “premiare” chi fa una scelta in controtendenza (ma non per forza penalizzante dal punto di vista economico), ma soprattutto per dare un porto sicuro a chi – in terapia per guarire dal gioco d’azzardo – ha il problema di trovare esercizi commerciali dove la tentazione di ricascarci non sia a portata di mano. Per una giocata da 2 o 5 euro.
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