Addio Papparlardo, principe dei clochard
Si è spento a 88 anni uno dei personaggi più conosciuti della Varese del dopoguerra. "Quando lo incontravo mi rallegrava la giornata" scrive un varesino
Per tutti era Pappalardo. Per quelli che hanno almeno quarant’anni e vivono a Varese era un personaggio. Di quelli veri, di un tempo andato. Gaspare Pappalardo era dissacrante, ironico, scomodo sempre e comunque.
È morto a 88 anni nella città dove era nato nel 1924. Da tempo viveva in una residenza a Besano, con l’aggravarsi delle sue condizioni fisiche è stato portato all’ospedale di circolo dove si è spento. Nel vecchio pronto soccorso lo conoscevano bene perché ogni tanto, di notte, andava a trovarli per poter stare al caldo. Una vita tormentata la sua perché il vizio del bere lo trascinava spesso al limite.
Girava sempre con un mangiadischi a tutto volume e nel corso degli anni ne ha combinate di tutti i colori. Una volta, approfittando dell’attesa della partenza con l’autista che era sceso, si impossessò dell’autobus dell’Avt girando per un bel po’ prima che lo potessero fermare. Nelle sere del consiglio comunale era solito arrivare e intonare canti o battute con i consiglieri. La foto lo ritrae proprio in una di quelle occasioni.
Era mal sopportato da tanti, ma anche ben voluto da altri. La sua presenza in fondo sbatteva a tutti in faccia che vivere non è soltanto il solito tran tran.
Anche sui social oggi si ricorda Pappalardo e Gilberto, nel tratteggiarne il profilo scrive: “Gli ho voluto bene, che dire di più? Quando lo incontravo mi rallegrava la giornata. Come dimenticare il suo dondolante andare, magari in divisa da Gerarca con i pantaloni alla zuava? Addio dolcissimo Pappalardo, non hai fatto del male a nessuno, anzi, a me hai dato solo gioia. Lo consideravo un filosofo della vita, prendeva in giro solo gli imbecilli, che ovviamente non se ne accorgevano. Caro Pappalardo, che Dio ti accolga e che giochi con te”.
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