Grazie all’apprendistato sono diventato imprenditore
Gianni Damin, artigiano carrozziere: «Era come in sala operatoria: passavo i ferri giusti all'operaio specializzato che faceva la riparazione e intanto rubavo i trucchi del mestiere». La sua testimonianza al convegno della Cna sull'apprendistato
In passato per molti lavoratori il contratto di apprendistato è stato lo strumento principale per acquisire una professionalità sicura. Per alcuni come Gianni Damin è stato anche il trampolino per diventare l’imprenditore. «Ho imparato tutto quello che so, facendo l’apprendista in una carrozzeria – racconta l’artigiano -. Sembrava di essere in sala operatoria: passavo i ferri giusti all’operaio specializzato che faceva la riparazione e intanto rubavo il mestiere, perché tutti erano molto gelosi del proprio lavoro e quindi ci si arrangiava. Ad esempio, Quando volevo imparare a saldare ho chiesto al principale se potevo andare mezzora prima in fabbrica.Vivevo quasi in simbiosi con l’operaio che mi seguiva».
Ad un certo punto della sua vita Damin ha deciso di fare il salto di qualità e, nonostante avesse un posto di lavoro sicuro alla municipalizzata di Busto Arsizio, ha aperto a Samarate una carrozzeria tutta sua. «Dopo il militare – racconta l’artigiano – sono andato all’Agesp (la municipalizzata di Busto Arsizio ndr)e li ho imparato cose nuove sulla carrozzeria industriale. In quel periodo c’era ancora la possibilità di fare l’artigiano part-time e quindi mi sono misurato con l’attività in proprio e alla fine ho scelto questa strada».
Il lavoro del carrozziere è cambiato molto nel tempo: nuovi materiali, nuove tecniche e un mercato più aggressivo hanno costretto gli artigiani ad acquisire altre competenze. Secondo Damin però l’esperienza iniziale di apprendistato è stata determinante anche nella fase più difficile della propria avventura imprenditoriale. «La mia formazione giovanile – spiega l”artigiano – ha riempito di contenuto un’espressione che viene usata moltissimo, cioè il "saper fare". Quelle informazioni mi servono ancora oggi nella riparazione di auto storiche, attività che valorizza la mia professionalità, ma se ad esempio devo trattare l’alluminio nelle auto nuove devo usare una tecnica diversa, perché il rischio è quello di fare danni. E così ai miei apprendisti insegno entrambe le tecniche».
L’apprendistato è sostanzialmente una forma di scambio tra imprenditore e lavoratore che il legislatore ha legittimato con una legge: insegnare un lavoro, in cambio di uno "sconto" sulla busta paga e gli oneri contributivi. Un meccanismo che ha sempre funzionato fino a dieci anni fa. L’entrata in vigore di altre tipologie contrattuali, come co.co.co. (contratto di collaborazione coordinata e continuativa) e co.co.pro (contratto di collaborazione a progetto) , hanno fatto crollare l’uso di questa tipologia contrattuale ai minimi termini.
La riforma dell’apprendistato, in vigore dal 26 aprile scorso, potrebbe però riportare all’utilità originaria questo istituto, dal momento che si ripropone non solo di insegnare un mestiere a chi non vuole proseguire il corso di studi ma anche di migliorare e perfezionare le proprie competenze sul campo oltre che rappresentare una possibilità di assunzione per i lavoratori in mobilità per la qualificazione o riqualificazione professionale. Una ratio che piace anche alle parti sociali, come ha confermato Sergio Moia della segreteria provinciale della Cisl, all’ultimo direttivo dei metalmeccanici, sottilineando l’importanza di questo contratto quale strumento unico di ingresso nel mondo del lavoro anche a fronte a una sostanziale riduzione dei soldi in busta paga (fino al 40%) in cambio di una vera formazione del lavoratore.
«Negli sessanta – conclude Damin – guadagnavo 5 mila lire al mese (2 euro e 50 centesimi di oggi ndr), contro le 35 mila lire (17 euro e 50 centesimi di oggi ndr) di un operaio specializzato e se andavi a lavorare in fabbrica in tre mesi eri produttivo, se andavi a bottega da un artigiano ci volevano due o tre anni. In questo caso la qualità di ciò che imparavi era il vero valore aggiunto».
MERCOLEDI’ 27 GIUGNO ALLE VILLE PONTI
CNA ORGANIZZA UN CONVEGNO SULL’ARGOMENTO
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