Che fine ha fatto il cagnolino Ari?
Un piccolo cane, dotato di medaglietta e microchip, viene investito nella notte, dovrebbe intervenire il servizio di accalappiacani per ritirare la carcassa ma qualcosa non funziona
La civiltà di un paese si vede da come vengono trattati gli animali, anche quando sono già morti. La storia di Ari, un cagnolino che lunedì scorso è stato investito in viale Borri, in questo senso è emblematica. L’animale, dotato di collare, medaglietta e microchip, è rimasto per strada, morto, nonostante una persona che si trovava all’esterno di un locale si fosse premurata di avvertire i vigili urbani della presenza del corpo del piccolo Ari.
Gli agenti a loro volta con solerzia hanno chiamato il servizio di accalappiacani di Cittiglio che ha una convenzione con il Comune di Varese per ritirare le carcasse dei cani e attivare tutta la procedura richiesta dall’Asl. «Non appena il servizio si è avviato – spiega Alessandro Di Cicco, responsabile dei volontari del canile di Varese – è arrivato un contrordine che rettificava la presenza di un cane in mezzo alla strada, segnalando invece la presenza di un gattino». (foto di repertorio)
E così il povero Ari è rimasto lì in mezzo alla carreggiata in attesa di qualcuno che non è mai arrivato. Il giorno dopo però il suo corpo non c’era più, forse racattato dal servizio della nettezza urbana. «Quanto è avvenuto – conclude Di Cicco – ci insegna due cose: il microchip serve ad aggiornare l’anagrafe canina e identificare il proprietario che magari è alla disperata ricerca del suo cane. Se l’animale viene ritirato come rifiuto, verrà smaltito come tale e perciò sarà ben difficile che il padrone e anche l’asl vengano a conoscenza della sua morte. Questo è un aspetto che riguarda la sensibilità delle persone, perché ci sono moltissimi proprietari di cani che continuano a cercare il loro fedele amico per mesi senza sapere mai che fine abbia fatto».
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