Crisi ItalTunnel, i sindacati dal Prefetto
Gli operai temono di perdere gli stipendi che gli spettano ma anche il lavoro. Nei prossimi giorni sono in programma altri due incontri per cercare delle soluzioni
Si intravede qualche spiraglio positivo per i settanta lavoratori della ItalTunnel rimasti senza stipendio da oltre un mese a causa della crisi che ha colpito la loro azienda. Questo pomeriggio i delegati dei sindacati degli edili di Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato il prefetto di Varese, Giorgio Zanzi. All’ordine del giorno la grave e incerta situazione in cui si sono trovati i lavoratori della società che ha in appalto la costruzione della galleria di Gazzada Schianno nell’enorme cantiere della Pedemontana.
«Il prefetto ha dimostrato interesse e volontà di impegnarsi per trovare una soluzione per questi operai – ha spiegato Flavio Nossa, sindacalista della Fillea Cgil presente al tavolo in Prefettura -. Dovrebbe nell’immediato futuro essere coinvolto anche l’assessorato regionale e grazie anche a questo impegno la situazione potrebbe sbloccarsi».
La posta in gioco è elevata: da un lato perché sono decine i lavoratori coinvolti nella crisi, dall’altro perché questa situazione potrebbe anche generare gravi ritardi sulla tabella di marcia dell’infrastruttura.
Gli operai della ItalTunnel temono di perdere, oltre ai passati stipendi e rimborsi, anche il lavoro qualora PedeLombarda, la società capofila del cantiere, decidesse di sciogliere il contratto. Per questo motivo sabato mattina e lunedì sono stati programmati due incontri con il tentativo di venire a capo di questa delicata vicenda. Domani, alle 10.30, l’assessore alle infrastrutture Raffaele Cattaneo sarà presente al campo base di Lozza per confrontarsi con i rappresentanti di PedeLombarda e successivamente, lunedì mattina, si terrà un secondo vertice tra PedeLombarda e i sindacati edili. «Chiederemo ai funzionari della società di farsi carico di questi lavoratori e di anticipare le spese dovute. E qualora l’incontro dovesse andare male prevediamo una forte protesta dei lavoratori». La ItalTunnel, che fa capo a un gruppo più ampio, la ItalTerra sta soffrendo un grave problema di liquidità. «Non è interessata però da provvedimenti che potrebbero portare al ritiro del certificato antimafia – prosegue Nossa – di conseguenza il concordato in continuità lavorativa potrebbe procedere, quindi gli operai dovrebbero continuare a lavorare nel cantiere. L’ipotesi è quella che l’azienda pur avendo i crediti congelati resti in condizione continuare a pagare i dipendenti. Ma questo lo deciderà il commissario competente. Tra le azioni che probabilmente intraprenderemo c’è anche la richiesta della cassa integrazione straordinaria».
Leggi anche – Quel lavoro lontano da casa e l’azienda che non paga più
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