Accordo Molina- Cisl sui rinnovi dei contratti in deroga. Critica la Cgil

La Cgil contesta l'intesa raggiunta che prevede la possibilità di derogare nei tempi di attesa nel rinnovo dei contratti a tempo. Le ragioni della Fondazione

Scontro sindacale alla Fondazione Molina tra la FP Cgil e la direzione. Al centro della diatriba l’accordo sottoscritto tra la direzione e la funzione pubblica della Cisl che prevede la possibilità di derogare sui rinnovi dei contratti a tempo.
La Cgil contesta l’accordo che «dovrebbe tutelare il personale a tempo determinato da periodi più lunghi di attesa tra un contratto e l’altro, ma nei fatti allunga la precarietà di decine di lavoratrici e lavoratori – commenta in un comunicato la Cgil – Nell’accordo/deroga non vi è traccia di possibili trasformazioni da tempo determinato in indeterminato di lavoratori che da mesi e in alcuni casi da anni stanno garantendo le sostituzioni del personale. La Fp Cgil non ha firmato la deroga in quanto peggiora una delle poche cose buone della riforma Fornero, ovvero il tentativo attraverso un allungamento dei tempi tra un contratto e l’altro di favorire l’assunzione a tempo indeterminato del personale ed evitare contratti a termine sempre più flessibili o fraudolenti. Con questa deroga in bianco si consegna nelle mani della Fondazione Molina la possibilità di prorogare senza ricadute organizzative i contratti a termine, si mette ai precari l’anello al naso e li si tira all’infinito».

 
Una lettura dell’accordo contestata dalla Fondazione Molina che, attraverso il suo presidente Guido Ermolli, spiega le ragioni dell’accordo: «Questa deroga, prevista dalla riforma Fornero, è stata pensata per venire incontro alle esigenze dei lavoratori che non sono più costretti ad aspettare 90 giorni tra un contratto e l’altro ma solo 30. Noi non siamo delle ditte che producono beni, noi lavoriamo 365 giorni all’anno, 24 ore al giorno: i nostri dipendenti possono rimanere a casa per malattia, per una gravidanza, per qualsiasi motivo valido. Noi non possiamo permetterci assenze prolungate nel personale per cui dobbiamo ricorrere alle sostituzioni con i contratti a tempo. La Fondazione, vorrei fosse ben chiaro, da anni vede la stabilizzazione ogni anno di un numero congruo di dipendenti, lavoratori che noi abbiamo grazie a queste esperienze di sostituzione. La fondazione, infine, è stata invitata a questo tavolo dal sindacato, sollecitato a sua volta dai lavoratori: noi non traiamo alcun vantaggio o svantaggio da questo accordo. È stato fatto solo per il bene di chi deve lavorare ».
 
Diversa è anche la questione del dialogo su questo punto. La Cgil accusa la direzione di aver negato ogni possibilità di futuro dialogo: «A nulla è valso chiedere un confronto serio su quanti precari e con quale tipologia di contratto sono assunti ora, adesso, nella Fondazione Molina, non sono stati forniti da parte dell’Amministrazione i dati richiesti formalmente dalla FP Cgil,  prima dell’incontro, per avere una ricognizione del precariato. Il direttore Segrini ha negato la possibilità di continuare il confronto in quanto la Fp della Cisl aveva già firmato l’accordo».
L’affermazione viene rigettata dal direttore stesso: «Non è assolutamente vero che io ho negato confronto su questo tema – replica Segrini – Ho solo detto che quello non era il tavolo adatto e che si doveva proseguire il confronto su altri., Ricordo, inoltre, che dopo la firma del delegato Cisl la rappresentante della Cgil ha chiesto tempo per confrontarsi con il suo segretario assicurandoci una risposta che non è mai arrivata». 

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Pubblicato il 17 Ottobre 2012
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