Donne e mamme, dopo la chemio
Alcune pazienti curate a Varese raccontano come hanno superato il cancro che le ha colpite in gravidanza
È un’ombra nera in quello che dovrebbe essere uno dei momenti più felici nella vita di una donna, l’attesa di un bambino. Ma dal cancro al seno, anche quando arriva in gravidanza, si può guarire. È questo il messaggio che hanno ribadito gli esperti intervenuti al convegno sul tumore al seno che si è svolto venerdì 5 e sabato 6 ottobre all’Università dell’Insubria e che ha visto anche la partecipazione dell’assessore regionale alla sanità, Luciano Bresciani. Alle esperienze degli esperti si aggiunge la voce delle donne che ce l’hanno fatta e sono riuscite a sconfiggere la malattia e portare avanti la gravidanza. Come Antonella, Anna e Mery, pazienti curate a Varese che hanno tra i 30 e i 44 anni. Tutte hanno alle spalle una diagnosi di tumore mammario ma anche e fortunatamente una maternità raggiante. Mery e Antonella erano presenti al convegno con il loro pancione, per la prima sono addirittura scaduti i giorni d’attesa, il bimbo nascerà a momenti e lei vuole testimoniare che tutto questo è possibile. «È la mia seconda gravidanza dopo la chemioterapia . dice con gli occhi lucidi ma pieni di entusiasmo, il primo figlioletto è con lei -. Dopo la mia prima maternità, ho scritto un libro – aggiunge – si intitola "Il Caffè di mio Padre", perché il caffè che fa lui è buonissimo e fa star bene. Le cure del mio medico sono uguali: sono preparate per farti star bene, con la stessa accuratezza, e io mi sono sentita trattata dal mio medico come una figlia».
Antonella ha avuto la diagnosi a 30 anni, età fuori degli screening e della prevenzione standard
perché ritenuta finora poco a rischio. «Grazie ad un controllo effettuato perché soffro di
fibrosi cistica, i medici hanno scoperto che quella che sembrava la solita cisti era invece un
nodulo maligno – racconta -. Dopo 5 anni di cure, con trattamento che prevede l’induzione
della menopausa "chimica", eccomi qui in attesa di un bambino».
Anna racconta di avere avuto un parto gemellare da poco, la sua diagnosi è arrivata quando era già incinta, ma la fiducia nel suo medico (la Dottoressa Rovera, Senologa dell’Insubria) e la sua natura tranquilla le hanno dato serenità in ogni momento. «A differenza di altre con cui mi sono confrontata, io non mi sono sentita cadere il mondo addosso neanche al momento della diagnosi. Ho appreso la brutta notizia, comprendevo perfettamente quello che significava avere un tumore della mammella, ma sapevo che il mio medico mi avrebbe curato bene, sapevo che si può guarire e, quando sono nate le mie due bimbe, a una ho dato il nome della mia chirurga, per ringraziarla delle sue premure».
Queste donne hanno voluto condividere la loro esperienza di malattia e maternità per gratitudine nei confronti dei medici ma soprattutto per dare una voce di speranza alle altre donne colpite da diagnosi di tumore. Le loro storie integrali saranno pubblicate a breve sul sito dell’Associazione Nazionale Italiana Senologi Chirurghi ( www.anisc.org)
Leggi anche – Tumore al seno, esperti da tutta Italia si confrontano all’Insubria
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