Galli, ecco il piano per “sabotare” l’accorpamento della provincia
“Il consiglio regionale non deve fare alcuna proposta di riordino al governo e aspettare che le camere vengano sciolte per le elezioni”. Ricorso al tar del Lazio e pressing della Lega sulla giunta regionale
Bisognerà essere furbi. E attendere che le elezioni facciano passare in cavalleria una riforma delle province che il presidente Dario Galli giudica "tutta sbagliata". Secondo il presidente della Provincia di Varese la strada giusta è quella di fare pressioni affinchè il consiglio regionale non deliberi nulla, e tirarla in lungo fino alle prossime elezioni, quando una nuova maggioranza probabilmente frenerà la furia che si è abbattuta in questi mesi sulle province. E’ la posizione che il presidente ha espresso oggi, alla vigilia dell’assemblea della Conferenza delle autonomie locali, che deve ratificare le nuove entità territoriali. Varese ha presentato un ricorso al Tar del Lazio. Ma il provvedimento, illustrato dal vicepresidente Luca Marsico, è stato già portato anche da altri enti locali italiani e nel caso di Teramo, ad esempio, i giudici l’hanno congelato in attesa che sia definito meglio l’iter legislativo.
E’ anche per questo che il presidente della provincia di Varese Dario Galli suggerisce la strada più “politica”. Ha preparato un dossier per dimostrare che l’accorpamento sarebbe un mostro giuridico e disomogeneo. La legge demanda alle regioni il primo passo, ovvero proporre dal basso un riordino che poi sarà preso in considerazione dal governo. La Conferenza delle autonomie locali ha questa proposta: Varese sarà accorpata con Como, Lecco e Monza. Rimarranno la città metropolitana di Milano, Bergamo, Brescia, Pavia, ma anche Mantova (in deroga) e Sondrio (in deroga), mentre Lodi e Cremona saranno accorpate in una provincia a vocazione agricola.
«La proposta dalla Conferenza sarà poi votata dal consiglio regionale – spiega Galli – ma potrebbe accadere un fatto pericolosissimo. Regioni come la Campania non presenteranno alcuna proposta. A gennaio quando comincerà la campagna elettorale l’opinione pubblica sarà distratta e non si parlerà più delle province. Quando saranno sciolte le camere rimarranno impigliate in un provvedimento di accorpamento solo le regioni che si sono mosse prima. Se il consiglio regionale dovesse votare una proposta di questo tipo ci troveremmo in una posizione pericolosissima. Rischiamo l’estinzione per troppa fretta, quando invece il percorso di riordino potrebbe bloccarsi di fronte a una nuova maggioranza politica che non avrà mai il coraggio di andare avanti».
La strategia di Galli è condivisa anche dal vicepresidente Luca Marsico , e sarà supportata dai rispettivi partiti , la Lega e il Pdl. Il coordinamento provinciale del Pdl varesino è d’accordo con questa importazione, anche se il presidente della Cal che ha formulato la proposta di riordino è il berlusconiano milanese Guido Podestà. Il presidente Galli ribadisce che l’unica strada è quella della melina istituzionale. « Il consiglio regionale non deve fare nulla e deve mettersi di traverso. Ne ho parlato con Salvini e Maroni, e mi hanno assicurato che ci daranno una mano. Io credo che se il consiglio dovesse trovarsi di fronte a un voto che abolisce di fatto la provincia di Varese, qualche telefonata ai piani alti partirà sicuramente, e la giunta regionale potrebbe trovarsi di fronte a seri problemi».
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