L’Italia del futuro? è nella “Dolce vita”
Nell'ambito del Premio Chiara, incontro sabato a Villa Recalcati con Oscar Iarussi, autore di un singolare libro che analizza il capolavoro di Fellini per comprendere l'Italia di oggi
Tra cinema e letteratura, passato e futuro. Nell’ambito degli incontri del Premio Chiara un appuntamento da non perdere sabato pomeriggio, 13 ottobre, alle 18 a Villa Recalcati (Va), con Oscar Iarussi, autore del libro "C’era una volta il futuro: l’Italia della Dolce vita" (Il Mulino). Di seguito l’intervento del critico cinematografico Mauro Gervasini per presentare l’appuntamento.
Anche guardando Rock Economy su Canale 5, sentire Adriano Celentano cantare un rock’n’roll nel suo fantasioso anglo-esperanto scaraventa indietro di cinquant’anni, quando faceva la stessa cosa in una scena di La dolce vita di Federico Fellini. In quel caso, flaneur di varie provenienze lo seguivano in una sorta di trenino, tra décor resi abbaglianti dal bianco e nero di Otello Martelli. Sul palco dell’Arena di Verona si è invece respirata un’aria a metà tra il nazionalpopolare sanremese e i precedenti show del molleggiato (in particolare 125 milioni di caz… te) con un pizzico della magniloquenza del regista Tarsem (quello degli spot Campari Mixx).
Per capire l’Italia di oggi e forse di domani, prescindere dal capolavoro di Federico Fellini uscito in sala nel 1960, è ancora impossibile. Per questo il giornalista e critico Oscar Iarussi ha scritto un libro dal titolo eloquente: C’era una volta il futuro: l’Italia della Dolce vita, edito da Il Mulino. La casa editrice è quella bolognese di Edmondo Berselli, e infatti non si tratta di un libro di cinema ma di storia sociale, politica e del costume nel quale si ripercorre mezzo secolo di eventi (dal Boom al Grande fratello) partendo però dalle incredibili intuizioni che Fellini, Ennio Flaiano, Tullio Pinelli e Brunello Rondi, collaboratori alla sceneggiatura, ebbero allora. Anche vedendo il consigliatissimo Reality di Matteo Garrone, attualmente nelle sale, non si può fare a meno di ricordare La dolce vita, e non solo per gli omaggi espliciti.
Iarussi dimostra, con rigore storiografico, come in fondo noi italiani si sia quella cosa lì, un po’ disorientati come il Mastroianni del film, in bilico tra un cupio dissolvi nichilista e la tendenza alla più sfrenata cialtroneria, spesso con questa seconda pulsione dominante sulla prima. Il libro è bello e importante, e l’autore lo presenta sabato prossimo alle 18 a Villa Recalcati, Varese, nell’ambito del Premio Chiara. Durante l’incontro saranno proiettate alcune sequenze di La dolce vita.
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