“Non liscio il pelo all’opinione pubblica”

L'assessore, alla luce della polemica scatenata sulla rete, apre una riflessione e rilancia: vengo da una famiglia operaia, lavoro da quando ho 15 anni e sono #politicopazzomavero

Oggi chi fa politica bene, con passione, dedizione, competenza, onestà, risultati é accomunato ai tanti casi di malcostume che alimentano la casta.
Siamo tutti uguali, dobbiamo tutti essere spazzati via! Non conta quello che ciascuno ha fatto né chi
è. Non contano i risultati. Non c’è misura del valore né dell’onestà e della competenza.
Ieri ho buttato nella rete una provocazione dirompente. Ne ero consapevole. La rete mi ha sbranato, ma ha anche avviato un dibattito ed era quello che volevo.
Possiamo azzerare tutti i compensi, i privilegi, le cariche politiche; possiamo anche, sull’onda del furore popolare, azzerare la democrazia. Ma questo genererà automaticamente una politica e dei politici migliori? O invece genererà mostri peggiori di quelli che vogliamo esorcizzare?
Il nostro Paese ribolle di indignazione e di rancore. Ma potrà nutrire il proprio futuro di questi
sentimenti? O ne deriverà necessariamente un futuro violento e avvelenato?
Non sono nato con la camicia: sono cresciuto in una famiglia operaia e come tanti miei coetanei ho lavorato per mantenermi gli studi da quando avevo 15 anni. Quando dico che ho grande rispetto per chi fatica a tirare fine mese con dignità parlo di cose che ho conosciuto anch’io.
Quello che sono lo devo al mio lavoro e all’impegno quotidiano. Vivo di quello che mi viene riconosciuto, non cerco "scorciatoie" o "arrotondamenti". Per questo, come farebbe chiunque, se improvvisamente mi viene dimezzato dico che non sono d’accordo.
Ma ancor più mi preme fare una riflessione. Su cosa bisogna valutare un politico? Io dico che bisogna farlo sulle responsabilità di cui è caricato e sui risultati che porta. Responsabilità e risultati!
La politica é una delle attività più importanti che un cittadino può delegare: chi si farebbe operare volentieri da un chirurgo inesperto? Non ne cerchiamo forse tutti uno bravo? O chi prenderebbe serenamente un aereo se sapesse che a bordo c’è un pilota incapace? E a entrambi siamo tutti disposti a riconoscere il giusto per il loro lavoro. E perché questo non dovrebbe valere per la politica?
Chissà quanti oggi pensano che io sia un pazzo o uno stolto. Chi mi conosce penserà che sono
quantomeno inopportuno. A me intessa cercare di essere vero e favorire una riflessione senza
ipocrisie. #politicopazzomavero! Non mi interessa "compiacere", non è il tempo per lisciare il pelo dell’opinione pubblica. Ma capisco l’indignazione di molti e a chi si è sentito offeso dico che non era certo quella la mia intenzione.
Però resta il problema: non sono un Don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento della sua immaginazione. Combatto i mulini reali dell’antipolitica che umilia e cancella i fatti altrettanto reali della buona politica.
Occorre una riscossa della politica e questa richiede il coraggio della verità, anche di verità
scomode e controcorrente. Una politica che arretra continuamente di fronte all’onda montante
dell’antipolitica non potrà che essere spazzata via.
Ma chi fa politica con le carte in regola, chi alla politica ha dato più di quanto ha preso – come tantissimi sindaci, assessori, amministratori locali che conosco e a cui va la mia stima e il mio riconoscimento – deve potere e saper raddrizzar la schiena, rialzare la testa, con umiltà, senza alcuna arroganza, ma con la certezza che nasce da una coscienza pulita e da un lavoro responsabile.
É un appello che lancio, a destra e a sinistra, trasversalmente a tutti gli schieramenti: chi ama e crede che la buona politica sia ancora possibile, anzi sia già oggi praticata da molti si alzi in piedi e si metta insieme. C’é questo desiderio dietro l’urlo della gente che vorrebbe metterci tutti al muro.
Non lasciamo che l’unica risposta sia il rancore.

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Pubblicato il 06 Ottobre 2012
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