Ore buche: si cercano ancora i supplenti
Terza chiamata dei precari per completare gli organici delle scuole superiori. Tra cattedre fantasma e nuovi posti, si cerca di risolvere il problema delle ore buche

A parte italiano, che non presenta criticità, più o meno tutte le altre materie hanno visto l’assegnazione di nuovi incarichi: da matematica a fisica, dalle lingue alle discipline giuridiche alle educazioni. Tra i presenti anche coloro che già si erano aggiudicati un incarico senza, però, raggiungere le 18 ore settimanali previste.
I ritardi non sono legati a inefficienze o problemi all’interno dell’Ufficio scolastico provinciale, assicurano i sindacati, ma all’organizzazione del lavoro in altre province e, soprattutto, in altre regioni. Le assegnazioni degli incarichi, infatti, viene gestito a livello provinciale in modo autonomo: può succedere, quindi, che una provincia assegni successivamente la cattedra a un docente che aveva già preso servizio in un’altra regione. Questo professore, che aveva fatto domanda di trasferimento, vede esaudita la propria richiesta e lascia libero il ruolo che occupava. Così si apre un nuovo buco di organico che l’Ust è chiamato a colmare.
Un sistema complicato e rigido che non soddisfa le esigenze degli studenti penalizzati dal cambio di docente ad anno iniziato. Un sistema pensato per funzionare solo se si conclude prima dell’inizio della scuola.
Invece, questa mattina, alla Vidoletti si sono presentati docenti ( pochi in verità) chiamati per aumentare le ore di lavoro: una volta accettato un incarico non si può più rifiutare per un’offerta migliore. Il meccanismo porta gli insegnanti a studiare nei minimi dettagli graduatorie e posti disponibili per cercare di ottenere il miglior incarico possibile. Non sempre, però, ci si riesce, soprattutto quando, come nel caso di questa mattina, tornano libere cattedre con condizioni contrattuali migliori.
Tra i candidati in attesa c’è anche Alessandro, precario di storia e filosofia, che già lavora su incarico del dirigente : « Oggi sono qui solo per formalizzare la mia cattedra. A volte ci sono situazioni strane: la scuola dove insegno ora aveva segnalato questa disponibilità, frutto di una rinuncia al contratto a tempo indeterminato. Non si capisce perchè, ma nelle due convocazioni precedenti non si è riusciti ad assegnarla, così la preside ha chiamato me perchè ero il primo rimasto degli aventi diritto. La dirigente si è preoccupata degli studenti, affinchè non cambiassero docente ad anno iniziato».
Alessandro è un perito tecnico convertito alla filosofia: « Ho fatto l’itis e poi ho iniziato a lavorare alla Malerba sul controllo qualità. La mia docente di italiano aveva fatto nascere in me la passione per la filosofia. Così ho mollato tutto e ho fatto il corso abilitante per insegnare. Ora sono qui, precario della scuola, a lottare ogni anno per un incarico. Ho la fortuna di avere dei genitori e una moglie che mi danno tranquillità. Ma il sistema è terribile e anche il concorso indetto dal Ministro Profumo non ci lascia speranze: sappiamo già che ci sono dieci posti in Lombardia per la mia materia e sappiamo anche dove. Il concorso serve solo a dimostrare che sei il più bravo, quanto alla cattedra…»
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