Un patto di civiltà per risolvere il problema dei campi rom
L'amministrazione di centrosinistra propone una svolta nel modo di affrontare il problema degli insediamenti abusivi di nomadi alla periferia cittadina: da una parte controllo e repressione ma anche educativa di strada e igiene
Aumentare la sicurezza dei legnanesi e, nello stesso tempo, la coesione sociale. Con questi due obiettivi dichiarati il sindaco di Legnano Alberto Centinaio, insieme all’assessore ai Servizi Sociali Giampiero Colombo e al consigliere comunale Lorenzo Radice, ha presentato il progetto strategico denominato "Patto locale si sicurezza urbana e coesione sociale" finalizzato alla graduale integrazione dei cinque campi nomadi presenti alla periferia della città. Un problema che la precedente giunta ha cercato di risolvere semplicemente smantellando i campi ogni volta che questi venivano realizzati dai rom ma che non ha sortito gli effetti sperati.
La nuova giunta di centrosinistra vuole affrontare la questione in maniera diversa: da una parte il controllo, il contenimento e la repressione delle condotte illecite e dall’altra azioni per l’emergenza igienico-sanitaria e l’azione a livello culturale per migliorare le condizioni di vita di chi vive nei campi (a partire dall’integrazione dei bambini). Il progetto, dunque, è molto complesso e prevede il coinvolgimento di associazioni che si occupano di stranieri (Scuola di Babele e Scuola di Pinocchio, oltre al resto della rete Stranitalia), cooperativa per l’educativa di strada, Croce Rossa, Caritas, Polizia Locale, Amga, Servizi Sociali, comitato quartiere San Paolo. Tutti insieme dovranno contribuire a portare, nel tempo, la comunità rom ad inserirsi maggiormente nel tessuto sociale.
Se da un lato, dunque, si reprimeranno le formazioni di nuovi campi,si identificheranno i presenti, verrà attivata una pattuglia di contatto con i cittadini, si reprimeranno le condotte illecite; dall’altro lato verranno attivati servizi doccia per i bambini, derattizzazione, pulizia dei rifiuti, accesso all’acqua per il lavaggio abiti. Inoltre verrà sperimentata per sei mesi l’educativa di campo per approfondire la conoscenza delle famiglie e l’housing sociale, permettendo a chi lo vorrà, di uscire dalla condizione di vita precaria dei campi. Il progetto sta trovando diversi sostenitori tra i tanti enti che ne dovrebbero fare parte ma anche qualche resistenza. Il percorso per la sua attivazione è appena iniziato e i risultati si vedranno nei prossimi mesi.
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