Un pomeriggio per “imparare” a usare la bici

In piazza Zaro a Gallarate, sabato 6 ottobre, s’impara ad andare in bici: l’Assessorato alla Partecipazione del Comune di Gallarate, l’Associazione Italiana Sviluppo Locale e la Cooperativa Ex Aequo promuovono un pomeriggio per scoprire come muoversi in bicicletta in città, in modo sicuro e rapido e sapendo risolvere anche i piccoli problemi meccanici. La piazza di Arnate ospiterà dalle 16 un incontro informale dei pedalatori urbani, con una “ciclofficina” per imparare a prendersi cura della piccola manutenzione ordinaria della due ruote (in collaborazione con associazione Amicinbici di Cardano al Campo). Alle 18, nella sede ex Circoscrizione di via Marco Polo, sarà ospite Ilaria Sesana, giornalista e autrice del libro “La manutenzione della bicicletta e del ciclista di città”, un divertente manuale per i pedalatori di città, una piccola “cassetta degli attrezzi” per riscoprire la due ruote come strumento di vita quotidiana, un modo di muoversi che rende «più sani e meno poveri». «All’interno della progettualità di questa Amministrazione comunale per la promozione della mobilità sostenibile, s’inseriscono – oltre agli interventi infrastrutturali per la creazione di piste ciclabili, a cui ci stiamo dedicando –  anche le iniziative che puntano a promuovere una cultura dell’utilizzo quotidiano e corretto della bicicletta. L’iniziativa è poi tanto più interessante in quanto non solo promuove l’uso della bici, ma anche il riuso e la cura degli oggetti evitando sprechi e riducendo i costi per i cittadini» dichiara l’Assessora alla Partecipazione Cinzia Colombo. L’evento ha come capofila l’Associazione Italiana Sviluppo Locale, AisLo: «Ci piace pensare ad una città a misura di bici, una dimensione fondamentale anche per costruire uno sviluppo locale sostenibile, attento all’ambiente, alle relazioni tra i cittadini e con la città» spiega Cristina Rizzelli, referente a Gallarate di AisLo. Vogliamo farlo riappropriandoci dello strumento e anche della capacità di saper fare con le proprie mani»