12 milioni di euro a tre Comuni, scoppia la rivolta degli altri

Ferno, Lonate Pozzolo e Somma Lombardo pronti a siglare un accordo con la Regione per avere nuovi fondi per demolire le case delocalizzare. Una decisione che ha fatto arrabbiare altri sindaci della zona di Malpensa

Tre Comuni della zona di Malpensa – Ferno, Lonate Pozzolo e Somma Lombardo, quelli interessati dal fenomeno delle "aree delocalizzate" – sono pronti a firmare un accordo con Regione per ottenere 12 milioni di euro: sono fondi da impiegare per la demolizione delle case abbandonate perchè non più abitabili. L’accordo "separato" ha creato però malumori – per usare un eufemismo – tra gli altri sei Comuni che compongono il Cuv, il Consorzio Urbanistico Volontario che normalmente cerca di parlare con una sola voce sulla questione Malpensa. L’accordo è ormai in vista: dopo la firma del protocollo d’intesa con la Regione siglato dai sindaci lunedì Ferno, Lonate e Somma, il prossimo 12 novembre è prevista una seduta congiunta dei consigli comunali per la ratifica. Ma prima di quella data i sindaci dovranno confrontarsi nell’ambito del Cuv: «Convocato giovedì 8 novembre, alle 11» dice la presidente di turno, Laura Prati, sindaco di Cardano al Campo. «Vogliamo capire meglio che cos’è l’accordo firmato da Ferno, Lonate e Somma con Regione e Sea».

I soldi servirebbero a dare il via alle demolizioni delle case cosiddette delocalizzate, aree (quasi 269mila metri quadri, 254 case in tutto) che erano residenziali, che non sono più abitabili ma potrebbero essere usate per attività produttive. «È un percorso ipotetico, i soldi per ora sono solo ipotetici» chiarisce il sindaco di Lonate Piergiulio Gelosa (con la giacca blu, nella foto a destra durante il sopralluogo del consiglio provinciale alle aree "delocalizzate"). Nel testo proposto si dice che le case devono essere abbattute, «che i costi non devono ricadere sui Comuni», che bisogna «mettere al tavolo la Sea come società responsabile».

Guarda il video: "La città fantasma intorno a Malpensa"

I dodici milioni, insistono i sindaci, sono per ora solo ipotetici, perchè bisogna ancora quantificare esattamente il costo.  Intanto su quei dodici milioni altri sindaci hanno dubbi: «Vogliamo capire anche – dice ancora la presidente del Cuv Laura Prati – se è vero, come si chiede il vicesindaco di Casorate Sempione Tiziano Marson, che i 12milioni di euro vengono dai fondi Sea per le mitigazioni ambientali». In questo caso – ragionano i sindaci critici – si tratterebbe di soldi che dovrebbero essere a disposizione di tutti i Comuni. «Se fossero soldi presi dai fondi per le mitigazioni ambientali – continua Prati – sarebbe gravissimo per Regione Lombardia, che ha avallato una operazione di questo genere. Credo che lo capiremo leggendo il protocollo d’intesa».  Di tutt’altra opinione invece i sindaci dei tre Comuni direttamente coinvolti, che sostengono che il finanziamento non c’entri con le mitigazioni: «anche perchè le mitigazioni ammontano a centinaia di milioni di euro», dice Gelosa. «Sono soldi per le aree delocalizzate, un problema che è peculiare di Lonate, Ferno e Somma. Se qualche altro Comune ha subìto danni del genere, li quantifichi».

Ultimo fronte di scontro: l’erogazione dei 12 milioni scatterebbe con il via libera del Master Plan per l’ampliamento e potenziamento di Malpensa, il progetto che comprende anche l’espansione del sedime verso Sud e la realizzazione della terza pista. «Nel protocollo non c’è nessun accordo di consenso o dissenso sul Master Plan» taglia corto il sindaco di Lonate Gelosa. Ma, finchè non si sa esattamente quale sia la fonte del finanziamento, la posizione di "neutralità" non convince tutti: «Non possiamo accettare oggi mitigazioni di un progetto che non è stato approvato – dice Jimmy Pasin, coordinatore del "Malpensa Forum" del Pd – nè possiamo lasciare il minimo dubbio che il nostro voto favorevole venga visto come un implicito via libera alla terza pista, al polo logistico e alle altre infrastrutture previste dal piano industriale Sea».

Sullo sfondo rispetto al tema dei soldi, rimane la questione di cosa si farà delle aree della "città fantasma" intorno a Malpensa. Non esiste più nessun Piano che pensi allo sviluppo della zona nel suo complesso, fatta da una "corona" di Comuni di piccole-medie dimensioni confinanti con lo scalo, ma anche di Comuni più grandi come Gallarate e Busto Arsizio, che hanno in programma anche loro (anche se in parte si stanno rivedendo i piani) , aree logistiche, zone dedicate ai servizi, aree di parcheggio, per tacer di progetti più ampi come le nuove superstrade. La programmazione spetterebbe alla Regione, ma negli anni scorsi si è rinviato, si è rimasti alle dichiarazioni d’intenti e ora si deve attendere ancora – anche per questo – nuove elezioni.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 05 Novembre 2012
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.