Coldiretti agli allevatori: “Non firmate sotto i 40 cent al litro”
L'associazione di categoria varesina passa al contrattacco e si rivolge direttamente agli allevatori, chiedendo alle imprese “di non sottoscrivere intese che non siano riconducibili alla linea sindacale regionale
“Non firmate accordi al di sotto dei 40 centesimi al litro”. Dopo il rifiuto delle industrie del latte a riaprire il confronto, Coldiretti Varese passa al contrattacco e si rivolge direttamente agli allevatori, chiedendo alle imprese “di non sottoscrivere intese che non siano riconducibili alla linea sindacale regionale e che, quindi, non rendano la giusta remunerazione e il giusto valore al latte munto sul territorio”.
“Un appello doveroso, dobbiamo fare sinergia per difendere le nostre imprese e il futuro della zootecnia da latte in provincia di Varese” ha detto il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori, sottolineando che “si tratta di un’iniziativa condivisa a livello regionale: saremo in tanti e determinati a fare valere le ragioni di un comparto chiave per il territorio”.
Del resto, come ricorda il direttore della Coldiretti provinciale Francesco Renzoni, “sono state le industrie a rifiutare – e ripetutamente – ogni tipo di accordo o di mediazione sostenendo all’unanimità di non modificare nulla degli prezzi pagati fino a oggi. Ma questi sono livelli insostenibili per la vita delle aziende agricole della nostra provincia e della nostra regione: ed è per tale motivo che ribadiamo l’invito a tutti gli allevatori a non firmare contratti sotto i 40 centesimi al litro”.
L’atteggiamento delle industrie non ha alcuna giustificazione di mercato anche perché l’export di grana e parmigiano è aumentato di oltre il 7 per cento, quello di gorgonzola (per la lavorazione del quale è conferita una gran parte del latte munto in provincia di Varese) del 5,70 per cento e del 6,53 per cento per il grattugiato.
Il prezzo del latte spot (ovvero quello commercializzato al di fuori dei normali contratti di fornitura) sta sfiorando i 43 centesimi al litro contro i 32 centesimi di maggio, con un progressione di quasi il 21 per cento in appena 6 mesi, indice di una richiesta in crescita sul mercato delle partite di prodotto italiano non vincolate da accordi precedenti.
Aggiunge il direttore Renzoni: “Come ha ricordato anche il presidente regionale di Coldiretti Ettore Prandini, prezzi sui quali si è arroccata l’industria sono una condanna a morte per decine di aziende agricole che hanno subito rincari sui costi di produzione di oltre il 40%. Il rifiuto compatto delle industrie a non accettare alcun adeguamento del prezzo di acquisto del latte degli allevatori lombardi è un’azione irresponsabile e priva di lungimiranza che peserà su tutto il settore zootecnico”.
In Lombardia, dove si munge il 40 per cento del latte italiano, le aziende agricole attive nel settore sono circa 6.400, ma quelle che conferiscono ai primi acquirenti (cooperative e industrie di trasformazione) sono già scese sotto la soglia delle cinquemila.
“Una tendenza che, purtroppo, non risparmia la provincia di Varese” conclude Fiori. “E se continuiamo di questo passo rischiamo la desertificazione imprenditoriale agricola della nostra area prealpina, oltreché dell’intera pianura padana”.
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