La crisi colpisce l’asilo. Rette “ritoccate” ma scende in campo la parrocchia
Nella riunione tra i genitori e i rappresentanti del Cda della Fondazione Scuola per l'Infanzia abbozzate le prime linee anti-chiusura. "Tagliare il nido e i servizi? Non se ne parla"
“L’asilo non chiuderà, né il nido né tanto meno la scuola materna. Non si cancellano 127 anni di storia e l’asilo di Azzate è parte della storia di questo paese”. Ecco cosa succede quando i numeri in rosso di un bilancio devono fare i conti con la determinazione di chi non si rassegna a scrivere la parola “fine”. Ci crede il presidente della Fondazione Scuola per l’Infanzia Mario Besozzi; cosa accadrà davvero alla Scuola Materna di Azzate solo gli anni a venire potranno dirlo, ma per ora, per oggi e i prossimi 24 mesi, una cosa è certa: il nido sopravviverà con i suoi 7 bambini e l’asilo garantirà il servizio ai 140 bambini che si sono iscritti all’inizio dell’anno scolastico.
I tagli che l’amministrazione comunale ha deciso sono consistenti ma la colpa è dello spending review e nessuno può farci nulla. Nessun intento bellicoso: nella riunione di venerdì sera nella sede della Fondazione Scuola per l’Infanzia di via Cottalorda, nessuno cercava un colpevole ad ogni costo. Rappresentanti del cda della Fondazione, a partecipazione in parte del clero e in parte dell’amministrazione comunale, e dei genitori delle cinque classi hanno radunato mamme e papà per spiegare loro lo stato della crisi. Che è profondo. L’amministrazione comunale non è più in grado di versare i 180 mila euro all’anno che ha dato per 4 anni consecutivi ed oggi ha proposto alla Fondazione un contributo di soli 80 mila euro. “Non abbiamo soldi – aveva spiegato nei giorni scorsi il sindaco Dell’Acqua- non sappiamo più dove andare a prendere quella cifra. Stiamo tagliando ovunque. Abbiamo proposto alla fondazione una soluzione: chiudere il nido”. Proposta rimandata al mittente: “E’ un patto fatto con le famiglie, non se ne parla – ha detto il vice presidente della Fondazione Gianluigi Chiodaroli – Questo asilo ha passato indenne crisi peggiori, anche in tempo di guerra troveremo una soluzione”.
Ed eccola la soluzione: da una parte il parroco ha promesso in una lettera che la curia si metterà in gioco, dall’altro le rette verranno ritoccate e subiranno un aumento.
Con ordine. Il parroco, Don Angelo, non era presente all’assemblea ma ha lasciato una lettera nella quale spiega quali sono le strategie anti-crisi della parrocchia: donare una porzione di uno stabile in via Battisti che potrebbe ospitare il nido, che ora è in affitto in un’altra struttura diversa da quella che ospita la materna e la sezione primavera; destinare all’asilo il 15 per cento degli incassi fatti dal cinema teatro Castellani di proprietà della curia; integrare la convenzione con le suore Preziosine che da sempre lavorano nell’asilo e si accollano gran parte dei servizi.
Quanto alle rette l’aumento per la materna non è considerevole: 10 euro in più al mese mentre il buono pasto passa da 4,50 euro a 5 euro. Un po’ più “pesante” l’aumento per il nido e la sezione primavera: 50 euro più i 5 euro del buono pasto. Insomma, la crisi colpisce ancora una volta le famiglie, ma c’è poco da fare.
Anche se l’associazione dei rappresentanti dei genitori non ci sta e tenta un ultimo colpo: mandare una lettera firmata da tutti gli utenti all’amministrazione comunale, prima che si firmi la nuova convenzione, perchè “scavi” tra i bilanci e trovi altri soldi da donare all’asilo. Impresa disperata? Probabilmente, ma una cosa è certa: la sfida alla crisi è appena cominciata. E se dev’essere salamella e serate di beneficenza che sia.
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