Le reazioni dopo la sospensione di Pro Patria-Milan
Il sindaco Farioli furioso: "La città non c'entra con 4 imbecilli". Il patron Vavassori: "Non erano tifosi della Pro Patria". Ambrosini e Allegri: "Torneremo allo Speroni ma oggi era giusto fermarci"
Doveva essere una bella giornata di sport per i tremila bustocchi presenti sugli spalti mentre, a causa di pochi ma ben identificabili personaggi, lo sport ha dovuto cedere il passo alla barbarie degli insulti razzisti che, oltre a non aver niente a che fare con una partita di calcio, sono lontani anche dalla civiltà. Il sindaco Gigi Farioli è furioso: «Busto Arsizio non può èessere rappresentata da quattro stupidi che fischiano – ha detto subito il primo cittadino – Tutto il resto della tifoseria ha fischiato loro. Boateng non doveva reagire in questo modo ma attirare l’attenzione dell’arbitro che, a sua volta, avrebbe dovuto fermare subito la partita al primo coro razzista».
Il patron della Pro Patria Pietro Vavassori ha il volto teso e mortificato allo stesso tempo: «Questa gente non tifa Pro Patria e crediamo che le forze dell’ordine debbano fare il necessario per identificarli per fare in modo che non tornino a rovinare il calcio con la loro stupidità – spiega Vavassori – è un vero peccato perchè si è rovinata la festa dei tifosi. Era un privilegio e un onore ospitare una squadra così prestigiosa. I ragazzi di colore non hanno voluto rientrare in campo». Dello stesso tenore le dichiarazioni del direttore sportivo Ferrara: «E’ stato uno spiacevole episodio che ha rovinato una festa vera».
Anche Ambrosini ha rilasciato una dichiarazione dopo la sospensione definitiva della partita: «E’ un gesto che deve far capire a tutti che non possiamo più accettare queste situazioni negli stadi – ha detto il giocatore – ci dispiace per la stragrande maggioranza dei tifosi che era qui per godersi uno spettacolo dello sport. Torneremo a Busto Arsizio per affrontare la Pro Patria per permettere a tutti, soprattutto ai tanti bambini presenti, di vedere una partita di calcio normale». Massimiliano Allegri, tecnico della formazione rossonera, è stato ancora più netto: «Questo gesto deve far capire che l’Italia deve diventare un Paese più civile e più intelligente – ha detto Allegri – ci dispiace per i tifosi veri della Pro Patria e per i giocatori tigrotti. Torneremo presto qui a Busto». Solidarietà ai giocatori del Milan e riprovazione contro i cori razzisti sono state espresse da più parti, a cominciare dal presidente dell’associazione italiana acalciatori Damiano Tommasi, passando dal numero uno della Figc Giancarlo Abete fino alla dirigenza della Lega Pro. Anche numerosi giocatori da Inghilterra, Francia, Spagna e Germania hanno manifestato la propria vicinanza a Boateng e agli altri calciatori del Milan oggetto di cori razzisti, segno che la notizia ha fatto il giro del mondo.
«Inaccettabile quanto successo oggi durante Pro Patria-Milan». Questo il commento dell’assessore allo Sport e Giovani di Regione Lombardia, Filippo Grassia.
«Sono completamente d’accordo con Boateng e i giocatori del Milan – ha spiegato Grassia – che hanno deciso di sospendere la partita abbandonando il campo, cosa che dovrebbe succedere anche durante le partite ufficiali».
«E’ l’ennesima dimostrazione – ha proseguito l’assessore regionale – di come alcuni tifosi siano ancora molto lontani da fair play e sportività, oltre che privi di educazione sportiva.
E’ importante in questo senso che ci sia massima serietà e sensibilità da parte di tutte le leghe di calcio e le istituzioni sportive. Ma la cosa più importante è non fare più
entrare queste persone allo stadio: avere i loro nomi e cognomi ormai è facilissimo».
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