Al via il processo all’allenatore molestatore

Fu arrestato nel novembre 2011 con l'accusa di aver violentato un giovane giocatore della sua squadra di football americano in concorso con altri durante un "rito goliardico" all'aeroporto di Malpensa. Ed è già mistero su un video che ritrae la scena

Sono accusati di violenza sessuale di gruppo ai danni di un giovane, all’epoca dei fatti minorenne, perpetrata nell’area giochi dell’aeroporto di Malpensa il 13 novembre del 2011. Questa mattina, giovedì, si è svolta la prima udienza con gli imputati Maurizio Vismara (ex-allenatore della squadra di football americano Seamen Milano non nuovo a fatti di questo tipo) ancora in carcere, Valerio Zannotti (allenatore in seconda), Walter Petronaci e Filippo Turrin (compagni di squadra della vittima). Tutto sarebbe partito da un rito goliardico in voga tra i giocatori di football americano che si mette in pratica nei confronti dei nuovi giocatori che entrano in squadra. Il rituale sarebbe consistito, secondo quanto ricostruito dal sostituto procuratore Francesca Parola nel bloccare il giovane, abbassargli i pantaloni, picchiarlo e penetrarne l’ano con le dita. Secondo l’accusa, rappresentata in aula dalla collega Raffaella Zappatini, sarebbe stato proprio il Vismara ad orchestrare il tutto e a procedere nell’atto sessuale. Naturalmente le difese negano che vi sia stata violenza sessuale. 

La prima udienza, presieduta dal presidente della sezione penale del Tribunale di Busto Arsizio, Adet Toni Novik e da Luisa Bovitutti e Piera Bossi come giudici a latere, è servita a definire le parti civili, rappresentate dai genitori del giovane che avrebbe subito la violenza, dall’associazione sportiva Seamen Milano (la squadra in cui il ragazzo militava e Vismara allenava) e la Fidaf (la federazione italiana di football americano), e ad ammettere le prove di accusa e difesa. Proprio su questo punto si è consumato il primo scontro tra le parti. L’avvocato Alberto Zanzi, difensore di Maurizio Vismara, ha chiesto di effettuare una perizia sul computer e sul telefonino di Walter Pedronaci, il giovane che secondo l’accusa avrebbe custodito sul suo telefono il video della violenza e che l’avrebbe anche postato sul social network Facebook per circa 24 ore, prima di rimuoverlo. 

Secondo l’avvocato, infatti, non è chiaro perchè questo video non sia stato acquisito e ha chiesto la disposizione di una perizia tecnica sui due strumenti tutt’ora sotto sequestro e quindi disponibili: «Dalle carte in nostro possesso – ha spiegato Zanzi – era stato incaricato un ausiliario di polizia giudiziaria dalla Questura di Milano ma non si ha traccia dei risultati del ritrovamento di questo filmato. Credo si tratti di una prova importante per entrambe le parti perchè potrebbe evitarci di sentire i 15 testi che lo hanno visionato su Facebook». Effettivamente, del video si è parlato sin dai primi atti dell’inchiesta ma, oltre a coloro che hanno potuto vederlo sul popolare social network, nessuno ha potuto visionarlo di nuovo. La corte, dunque, ha disposto a partire dalla prossima udienza del 30 aprile nella quale verrà ascoltata subito la parte offesa e, a seguire, gli operanti che hanno lavorato sul caso ( e quindi anche sul pc e il telefonino sequestrati, ndr). Dopodichè verrà sciolta la riserva sulla possibilità di una nuova perizia tecnica sui dispositivi. In aula era presente una folta delegazione di giovani giocatori dei Seamen, ragazzi allenati da Vismara fino al giorno in cui è stato arrestato, tra di loro anche il figlio e la figlia dell’ex-coach.

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Pubblicato il 28 Febbraio 2013
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