In Italia poche ferrovie, tanti camion. Ma conviene?

Italia fanalino di coda nel trasporto merci su rotaia: appena il 6%, contro il 30% dell'Austria. Tra le proposte per invertire la rotta il rilancio dei contributi per il trasporto su rotaia e l'attivazione dell'Authority dei Trasporti

Nei grafici sugli investimenti ferroviari spicca il tratto dell’Italia, nel periodo 1995-2005, almeno, perché poi si passa ad una parabola discendente che continua tutt’oggi e ci porta ad essere il “fanalino di coda” dell’Europa nel settore dei trasporti ferroviari (foto a snistra: Fulvio Quattroccolo). Ebbene sè, se nell’Ue ci sono Paesi come Austria dove il 30% delle merci è trasportato su rotaie, ci sono anche Paesi, o meglio, un Paese, dove il trasporto ferroviario raggiunge appena il 6%: l’Italia. E pensare che la Cina si sta mobilitando per creare il più grande mercato economico mondiale su binari che attraversa una rete di 81.000 km. Intanto in Italia si continua a privilegiare, anche con progetti di mastodontiche autostrade mai realizzate, il trasporto su gomma, senza accorgersi, o voler accorgersi che questo ha notevoli ripercussioni e sull’aspetto ambientalistico, e su quello economico, e su quello umano. Il trasporto su rotaie sarebbe infatti un ottima soluzione per ridurre i numerosi e fatali incidenti autostradali, il costo dei carburanti e quindi del trasporto generale; il tutto tendendo sempre una mano a madre natura. Studi e rilevazioni hanno infatti messo in luce come il trasporto su rotaie sia il più ecologico. Se per ogni tonnellata di carico e per ogni chilometro percorso un treno merci europeo rilascia nell’atmosfera mediamente 29 grammi di CO2, nel caso di un trasporto su mezzo pesante Euro 5, le emissioni ammontano circa al triplo, 81 grammi. Occorre anche pensare razionalmente al risparmio economico che produce, o meglio, produrrebbe, il trasporto di merci su rotaie, si è infatti calcolato che un solo treno merci equivalga a 40 tir (nella foto: centro di smistamento Hupac, Busto Arsizio).
 «Gli studi prodotti e il dibattiti sul tema, evidenziano la necessità del trasferimento di quote maggiori di merce dalla gomma alla rotaia, ma la risposta della politica attraverso la promozione di interventi e di soluzioni più razionali non è ancora arrivata», dice il Direttore dell’Osservatorio Eurispes sulla Mobilità e i Trasporti, l’ingegner Carlo Tosti; e intanto l’Eurispes avanza proposte pratiche per migliorare la situazione ferroviaria italiana: elettrificazione e prolungamento dei binari all’interno dei terminal ferroviari per consentire il transito di treni fino a 700 Metri di lunghezza; modifica delle linee in modo da consentire il transito dei treni a maggior carico (tonnellate per asse); riattivazione di contributi a sostegno del trasporto su ferrovia; istituzione di un fondo di garanzia per le Imprese Ferroviarie per l’acquisto di materiale rotabile; partecipazione delle imprese ferroviarie o associazioni rappresentative  nei processi decisionali riguardanti l’utilizzo dell’infrastruttura ferroviaria e le politiche sulla logistica; istituzione dell’Authority dei Trasporti già prevista dal Decreto Salva Italia nel 2012, necessaria a garantire la concorrenza fra le differenti modalità di trasporto attraverso ma anche all’interno delle stesse; conferimento delle risorse per il Servizio Universale per il trasporto ferroviario delle merci attraverso procedure di gara d’appalto ad evidenza pubblica.

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Pubblicato il 28 Febbraio 2013
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