È un bilancio in sofferenza quello che l’economia varesina ha chiuso nel 2012: a dirlo è l’Indagine Congiunturale sul quarto trimestre dell’anno svolta dall’Ufficio Studi dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese.
Dopo i segnali di debolezza che hanno caratterizzato il periodo luglio-settembre, gli ultimi tre mesi del 2012 sono stati all’insegna di una congiuntura stabile. Non proprio una buona notizia visto i bassi livelli produttivi raggiunti dalle imprese.
Più che stabile la produzione industriale locale è ferma.
CONTESTO GENERALE: BILANCIO 2012
Per quanto riguarda il mercato nazionale, i segnali di debolezza nei consumi e negli investimenti, che persistono ormai dal 2009, si sono aggravati con la crisi del debito pubblico e le necessarie manovre finanziare adottate per farvi fronte a partire dalla fine del 2011 portando, a livello locale, ad una sofferenza delle produzioni e dei servizi destinati al mercato nazionale. Una debolezza, quella sul fronte dei consumi e degli investimenti interni, che ha accelerato il percorso di internazionalizzazione delle imprese varesine. Anche nel 2012, infatti, l’economia locale si conferma in Italia tra quelle a più alta vocazione internazionale. Lo conferma il fatto che ormai da diverse rilevazioni congiunturali emerge una migliore capacità di tenuta delle imprese con un’alta incidenza delle esportazioni sui fatturati. Tuttavia, nel corso dell’anno, la leva dell’export non è stata più sufficiente a colmare le perdite del mercato interno che si sono intensificate per il sopraggiungere degli effetti tangibili delle manovre restrittive sui redditi disponibili di famiglie ed imprese. Inoltre, anche sul fronte dei mercati esteri, nel corso dell’anno sono sorte tensioni legate all’acuirsi e al propagarsi della recessione all’interno dell’Eurozona ed alla perdita di dinamismo nei tassi di crescita di alcune economie emergenti. Ciò ha portato ad un rallentamento del commercio internazionale i cui effetti sono stati visibili sull’economia varesina nel periodo estivo e autunnale caratterizzato da un peggioramento congiunturale. Ora, però questo ciclo sfavorevole dei mercati esteri sembra stia per finire, tanto che in chiusura del 2012 sono riapparsi i primi segnali del ritorno ad una crescita più sostenuta in alcuni paesi in via di sviluppo. È a questa inversione che si deve la stabilizzazione dei livelli produttivi registrata nel quarto trimestre 2012, che altrimenti avrebbe chiuso in tono negativo.
Manca, però, ancora una vera e propria svolta del ciclo economico. A fare da zavorra alle imprese sono, come emerge dalla rilevazione, alcuni problemi strutturali del Sistema Paese Italia e la sensazione di una perdita di competitività rispetto alla concorrenza internazionale: l’eccesso di burocrazia, i costi di energia e gas, l’elevata tassazione sul costo del lavoro sono fattori che penalizzano il nostro sistema imprenditoriale.
Ulteriore fattore di rischio per l’operatività delle imprese nel 2012 è stato l’aumento del costo del credito e le difficoltà di accesso. I dati dell’indagine sul credito condotta dall’Unione Industriali rilevano nel terzo trimestre 2012 (ultimo dato disponibile) una percentuale pari al 74% di imprese intervistate che hanno registrato un incremento dei tassi di interesse. Il prolungarsi della recessione sta portando anche a problematiche connesse alla catena dei pagamenti clienti/fornitori che si sta sempre più allungando ed all’incremento dei casi di insolvenza da parte dei clienti: registrato nel 52% delle imprese intervistate.
Questi fattori e il clima generale di incertezza presente sui mercati hanno avuto effetti anche sugli investimenti. Nel 2012 il 69% delle imprese intervistate nell’indagine congiunturale ha realizzato degli investimenti, che tuttavia nella maggior parte dei casi (83%) sono stati di entità uguale o inferiore all’anno precedente ed essenzialmente di sostituzione o ammodernamento e non di ampliamento della capacità produttiva. Per il 2013 la percentuale delle imprese analizzate che ha programmato piani di investimento scende al 56% e anche in questo caso si tratta di investimenti di entità in linea con l’anno che si è appena chiuso.
LIVELLI PRODUTTIVI
Per quanto riguarda l’andamento della produzione, dopo il peggioramento registrato al rientro della pausa estiva, il quarto trimestre dell’anno si è chiuso su valori in linea rispetto alla rilevazione precedente grazie, come anticipato, alla leva degli ordinativi esteri che hanno registrato un recupero dopo la ripresa di alcuni mercati in via di sviluppo. La maggior parte delle imprese intervistate (63%) ha, infatti, segnalato livelli produttivi stabili rispetto al terzo trimestre, contro il 26% che ha registrato un loro incremento e l’11% una riduzione.
ASPETTATIVE
Le previsioni a breve termine sono sempre caratterizzate da un alto grado di volatilità e non è atteso un vero e proprio cambio del ciclo economico se non a partire dalla seconda metà del 2013. Il saldo delle risposte sulle previsioni sull’andamento della produzione nel primo trimestre del 2013 è, infatti, negativo con il 29% delle imprese che attende un peggioramento e il 5% un miglioramento. Tuttavia, il recupero di dinamicità di paesi in via di sviluppo e del commercio internazionale fa sì che la maggior parte delle imprese del campione (66%) preveda un mantenimento dei livelli produttivi.
ORDINI
La dinamica del portafoglio ordini presenta ancora un saldo negativo, ma in miglioramento rispetto al trimestre precedente. Nel quarto trimestre del 2012 la maggior parte delle imprese intervistate (53%) ha segnalato ordini stabili, mentre nella scorsa rilevazione il 67% aveva dichiarato un peggioramento. Tuttavia, il 41% del campione sta ancora affrontando un calo nel portafoglio ordini e solo il 6% ha registrato un incremento. La parziale evoluzione positiva nel portafoglio ordini rispetto al terzo trimestre è dovuta essenzialmente ad un recupero negli ordinativi esteri dove sale al 73% la percentuale di imprese con ordini stabili, da qui il profilo produttivo congiunturale in linea con il trimestre precedente.
OCCUPAZIONE
Il mercato del lavoro è in sofferenza per il prolungarsi della fase recessiva. Le ore di Cassa Integrazione Ordinaria (Cigo) autorizzate nel comparto industriale nel quarto trimestre del 2012 sono state 7.212.213, in aumento del 45% rispetto al terzo trimestre dell’anno e pari circa al doppio delle ore autorizzate nello stesso periodo del 2011.
Guardando ai dati cumulati annuali, dopo due anni in cui le ore di Cigo si erano mantenute al di sopra dei livelli pre-crisi, ma erano state in progressiva riduzione, il 2012 ha registrato un incremento. Sono, infatti, state autorizzate, sempre con riferimento al comparto industriale, 22.183.589 ore di Cigo, in aumento del 63% rispetto al 2011. L’incremento registrato è generalizzato, anche se con diversa intensità, in tutti i principali settori. A livello di composizione, il metalmeccanico concentra il 38% delle ore di Cigo autorizzate, il tessile-abbigliamento il 26%, il gomma e materie plastiche il 23% ed il chimico e farmaceutico il 2%.
Analizzando, sempre con riferimento al comparto industriale, l’andamento anche degli altri ammortizzatori sociali nel 2012 si evidenzia, invece, un calo delle ore autorizzate di Cassa Integrazione in deroga pari a -54,6% ed una stabilizzazione di quelle di Straordinaria (Cigs) rispetto al 2011.
Complessivamente (considerando Cigo, Cigs, deroga) nel 2012 sono state autorizzate 33.779.410 ore, il 27% in più rispetto allo scorso anno. Le ore autorizzate di Cigo hanno rappresentato il 66% del totale, quelle di Cigs il 31% e in deroga il 3%.
EXPORT-IMPORT
Gli ultimi dati disponibili sul commercio estero varesino sono relativi ai primi nove mesi del 2012 e mostrano complessivamente una crescita degli scambi commerciali in uscita accompagnata da una flessione delle importazioni. Da gennaio a settembre 2012 si è, infatti, registrato un incremento dell’export del 5,7% (in gran parte attribuibile alle buone performance del settore metalmeccanico) rispetto allo stesso periodo del 2011, che ha portato le esportazioni a raggiungere 7.285 milioni di euro. Le importazioni nello stesso intervallo di tempo hanno, invece, registrato una contrazione del 12,9%, risultando pari a 4.370 milioni di euro. Queste dinamiche dei flussi commerciali hanno portato un saldo commerciale positivo (+2.915 milioni di euro) ed in crescita rispetto ai primi nove del 2011 (+55,1%).
Nel corso dei mesi si è assistito, però, ad una progressiva perdita di forza nel ritmo di crescita dell’export varesino dovuta al rallentamento del commercio mondiale e di alcune economie in via di sviluppo. Infatti, pur registrando un buon risultato in termini esportativi all’interno del periodo cumulato gennaio-settembre 2012, si evidenzia nei primi tre mesi del 2012 una crescita a doppia cifra dell’esportazioni varesine rispetto allo stesso periodo del 2011 (+12%), mentre nei trimestri successivi si sono avuti risultati, ancora positivi, ma in decelerazione (+4% la variazione nel secondo trimestre e +1,7% nel terzo rispetto ai medesimi periodi di rifermento del 2011). Non sono ancora disponibili i dati riferiti all’ultimo trimestre dell’anno, ma l’evoluzione del portafoglio ordini esteri fa stimare un parziale recupero di dinamicità dell’export varesino che dovrebbe proseguire anche nel 2013 grazie ad una ritrovata accelerazione nel tasso di crescita del commercio internazionale (secondo la Banca Mondiale da 3,5% del 2012 al 6% stimato per il 2013) e dell’economie emergenti (in particolare dei Bric: Brasile, Russia, India e Cina).
Sotto l’aspetto della dinamica, i principali settori del tessuto imprenditoriale varesino hanno reagito in modo differente al rallentamento del commercio internazionale.
Nel metalmeccanico le esportazioni hanno registrato una crescita del +6,9% nei primi nove mesi del 2012 rispetto allo stesso periodo del 2011, a fronte di una contrazione delle importazioni (-4,1%); analizzando i comparti, nella metallurgia, nei macchinari e nell’aerospaziale si sono registrati i miglioramenti più consistenti delle esportazioni, mentre è in flessione l’export di apparecchiature elettroniche, elettriche e per uso domestico.
In moderata crescita nei primi nove mesi del 2012 anche le esportazioni (+1,9%) del chimico e farmaceutico, in particolare di prodotti chimici nell’ultimo trimestre. Sono, invece, in significativo calo, le importazioni (-25,6%).
Nel settore tessile-abbigliamento nel periodo cumulato gennaio-settembre si registra una contrazione delle esportazioni del 3,6% e delle importazioni del 22%. A livello di comparti è il tessile ad essere in maggior sofferenza con una contrazione nei flussi di export (-5,7%). L’abbigliamento varesino, invece, chiude i primi nove mesi del 2012 con una sostanziale stabilità delle esportazioni rispetto all’anno precedente, anche se si evidenzia un peggioramento dei flussi durante il periodo estivo.
Nel settore gomma e materie plastiche da gennaio a settembre 2012 si è registrata una variazione del -0,7% delle esportazioni e del -10% delle importazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
COMMERCIO ESTERO
Dall’analisi dei mercati verso cui si sono indirizzati i flussi varesini di export all’interno del periodo gennaio-settembre 2012 si rilevano ancora buoni risultati verso alcune aree emergenti, anche se con un rallentamento durante i mesi estivi dovuto alla decelerazione di alcune di queste economie. Nel periodo cumulato è cresciuto in modo sostenuto l’export verso l’Africa (+32%, crescita concentrata però nei primi mesi dell’anno, con un rallentamento nel periodo estivo), il Medio Oriente (+36%), i paesi europei non appartenenti all’Unione Europea (+25% medio, in particolare +34% verso la Russia e +47% verso la Turchia, entrambi i mercati in sviluppo marcato anche nel trimestre estivo). Appare invece pressoché fermo il mercato interno all’Unione Europea (+0,7% la variazione dell’export varesino rispetto ai primi nove mesi del 2011) per l’acuirsi della recessione che sta colpendo molti paesi. Un segnale dell’acuirsi e del diffondersi delle tensioni economiche all’interno dell’Europa è visibile anche nelle nostre esportazioni verso la Germania, nostro primo partner commerciale, che nel periodo cumulato gennaio-settembre si assestano su valori simili a quelli registrati nel 2011, ma che nel trimestre estivo registrano una variazione negativa del -3,4%.
ANDAMENTI SETTORIALI
Settore metalmeccanico. L’indagine congiunturale riferita al quarto trimestre del 2012 mostra una stabilizzazione dei livelli produttivi all’interno del settore metalmeccanico varesino rispetto al trimestre precedente che era stato, invece, caratterizzato da un peggioramento congiunturale. La maggior parte delle imprese intervistate (87%) ha, infatti, registrato livelli in linea con il terzo trimestre del 2012, mentre il 5% ha segnalato un miglioramento e l’8% un peggioramento. Sono orientate alla stabilità anche le aspettative a breve che incorporano le attese di un ritorno a ritmi più sostenuti di crescita del commercio internazionale. Il 91% delle imprese analizzate prevede, infatti, il protrarsi degli attuali livelli produttivi. Tuttavia queste previsioni risentono di un elevato grado di volatilità dovuto alle incertezze del contesto economico. Dopo la frenata registrata nello scorso trimestre, torna ad essere stabile anche l’andamento della consistenza del portafoglio ordini con la maggior parte delle imprese intervistate (85%) con ordinativi in linea rispetto alla rilevazione precedente.
Settore tessile-abbigliamento. Dopo il peggioramento congiunturale registrato nel terzo trimestre del 2012, la congiuntura del settore tessile-abbigliamento nel quarto trimestre registra un miglioramento dovuto in parte ad un rimbalzo tecnico. Sotto il profilo produttivo la maggior parte delle imprese intervistate (68%) ha, infatti, registrato un incremento dei livelli produttivi rispetto alla rilevazione precedente. Tuttavia, la conferma che si tratti di un rimbalzo tecnico e non di una vera e propria inversione di tendenza all’interno del settore arriva dall’analisi delle previsioni per il primo trimestre del 2013 che vedono un nuovo peggioramento di scenario: il 64% delle imprese che ha partecipato all’indagine prevede una flessione dei livelli produttivi, contro il 27% che attende una stabilizzazione e il 9% un incremento. Anche il profilo complessivo del portafoglio ordini mostra una situazione ancora critica con l’83% delle imprese intervistate che hanno registrato una flessione degli ordinativi. Tuttavia, segnali di ripresa vengono dagli ordinativi esteri decisamente orientati ad una tenuta ed ad una stabilizzazione (75% delle imprese intervistate ha ordinativi esteri stabili).
Settore chimico e farmaceutico. All’interno del settore chimico e farmaceutico prosegue anche nel quarto trimestre 2012 la stabilizzazione dei livelli produttivi in atto da alcune rilevazioni: il 91% degli imprenditori intervistati ha, infatti, registrato una situazione di continuità con il terzo trimestre. In evoluzione negativa, invece, le previsioni a breve che risentono delle difficoltà di scenario: la maggior parte degli imprenditori si sono infatti divisi tra chi si attende anche per i primi mesi del 2013 un mantenimento dei livelli raggiunti (42%) e chi invece prevede un loro peggioramento (56%). Anche l’andamento del portafoglio ordini peggiora rispetto alla rilevazione precedente: nel quarto trimestre del 2012 il 65% delle imprese del campione ha registrato ordini in calo rispetto allo scorso trimestre, a fronte del 35% che ha segnalato ordini stabili.
Settore gomma e materie plastiche. Il settore gomma e materie plastiche mostra nel quarto trimestre del 2012 un andamento congiunturale differenziato: il 38% delle imprese intervistate ha registrato livelli produttivi in miglioramento rispetto alla rilevazione precedente, il 34% stabili e 28% in calo. E’ orientato alla stabilità invece il profilo delle aspettative a breve con il 79% degli imprenditori intervistati che si aspetta un mantenimento dei livelli produttivi attuali nel prossimo trimestre. La consistenza del portafoglio ordini riflette l’andamento diversificato della produzione con il 16% delle imprese del campione con ordini invariati rispetto alla rilevazione precedente, il 47% in crescita e il 38% in peggioramento.
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