Come funziona il Movimento 5 Stelle
L'ideologia della democrazia diretta, i meet up sul territorio, i nomi del Varesotto e il rapporto con Beppe Grillo. Che per loro non è un capo, ma un ispiratore
«Il Movimento 5 stelle crede nella democrazia diretta, ogni decisione è presa a votazione, o nelle assemblee, o su internet, è questa la base del movimento: portare il cittadino a rappresentare se stesso, senza mediazioni». La curiosità che sta suscitando il movimento di Beppe Grillo, merita almeno uno sforzo per capire bene come funziona.
Lo abbiamo chiesto a Luca Pisciotta, 43 anni esperto di marketing, varesino, il portavoce che in provincia di Varese tiene il rapporto con i media. Ecco il risultato.
Il MoVimento 5 Stelle è una libera associazione di cittadini. Non è un partito politico nè si intende che lo diventi in futuro. Non ideologie di sinistra o di destra, ma idee. Vuole realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità dei cittadini il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi.
(dal sito beppegrillo.it – Codice di comportamento eletti in parlamento)
In provincia di Varese esistono diversi “meet up” del Movimento 5 Stelle. Ogni gruppo ha una sua autonomia, e nessuna decisione viene calata dall’alto. A Varese, Tradate, Busto Arsizio, Gallarate (nella foto), Somma Lombardo, Luino. Ne stanno nascendo anche a Sesto Calende. Varese, Tradate, Busto Arsizio sono i gruppi che hanno già un consigliere comunale. A Varese le riunioni vengono convocate una volta la settimana, vi partecipano mediamente 25 persone, quelle più assidue,
e si svolgono o alla piramide di piazza De Salvo o in sale private, ristoranti o bar.
Ogni informazione viene pubblicata in anticipo nel sito, dove vengono anche pubblicate le relazioni dei consigli comunali e delle commissioni che sono affidate a Francesco Cammarata. E’ tutto lavoro
volontario, particolarmente sacrificante. L’iscrizione viene fatta online nel sito del movimento.
(video, Giovanni Gulino del 5 stelle di Malnate intervista Paola Macchi)
Il sito dei meetup della provincia di Varese
Il sito di Varese
La mappa del Movimento in provincia di Varese
I nomi
A Busto Arsizio il consigliere è Giampaolo Sablich (da candidato sindaco prese il 5,49% dei voti nel 2011), a Tradate Stefano Castiglia (da candidato sindaco prese il 7,74% dei voti nel 2012). In parlamento sono andati Cosimo Petraroli di Varese, Ivan Catalano di Busto Arsizio, Laura Bignami di Busto Arsizio, in consiglio regionale Paola Macchi di Gallarate. Quest’ultima ad esempio è stata la più votata in provincia di Varese. E’ un architetto feng shui.
Petraroli è poco noto ma è uno dei militanti più vecchi del 5 stelle. Tarantino ma residente a Varese si occupa di informatica. Laura Bignami è la moglie del consigliere Sablich, anche lei militante di vecchia data, dove per vecchia data si intende di solito una media di 3 o 4 anni.
Il capogruppo al senato Vito Crimi, palermitano impiegato alla corte d’appello di Brescia, era candidato nel 2010 come presidente regionale. Viaggiava da solo e gli bastava solo un tavolo
dove appoggiare il suo computer Mac.
Non esiste una sede e nemmeno una struttura provinciale e regionale classica. La contingenza delle Elezioni Amministrative e Politiche ha fatto sì che il Movimento si sia organizzato, spontaneamente, per darsi una struttura più articolata. «E’, però, un meccanismo bottom up, cioè nasce dal basso e va verso l’alto» spiega Pisciotta.
Internet
I candidati e il programma regionale sono stati scelti in assemblee ma soprattutto attraverso la discussione su due piattaforme, Meetup e Liquidfeedback. L’aria che tira è ancora sperimentale. Il movimento oggi sta discutendo se utilizzare una piattaforma dedicata, nel frattempo usa tutti gli strumenti online possibli, anche facebook. Su Meetup e Liquidfeedback tutti possono leggere quello che viene proposto, emendato e votato, con la sola differenza che gli attivisti iscritti possono vedere il nome e la foto di chi ha scritto le proposte. Ogni punto del programma è stato votato online, all’insegna del principio: una testa, un voto.
Meetup Lombardia: http://www.meetup.
Il capo
In questi giorni, si parla molto dei cosiddetti ordini dall’alto che arriverebbero da Grillo&Casaleggio. Agli attivisti non risulta. In realtà i meet up sono realtà locali che, ispirandosi al blog di Beppe Grillo e alle sue battaglie sociali, hanno individuato ognuno una propria strategia. La difficoltà nell’inquadrarli e nel parlare con loro, della stampa, non deriva da una precisa strategia contro i media, ma piuttosto dalla consapevolezza di non saperli ancora
utilizzare. L’unico vero impegno vincolante chiesto da Grillo è stato quello di non andare nei talk show durante la campagna elettorale. Una scelta che si può discutere ma che, numeri alla mano, ha premiato.
(nella foto, comizio di Grillo a Busto Arsizio)
«Ci sono tra gli onorevoli anche studenti e casalinghe che fino a ieri non sapevano nulla di istituzioni e relazioni con i media – spiega Luca – evitiamo quindi di esporli subito ma è proprio questa la nostra forza democratica: il fatto che chiunque possa diventare un portavoce dei cittatini in parlamento». La sensazione che si respira parlando con loro tuttavia, va detto onestamente, non è certo fideismo. I “grillini” nascono per l’insoddisfazione verso la politica tradizionale, e sono per buona parte liberi pensatori, che hanno scelto di sperimentare una strada nuova perché non si fidano più dei politici. Dunque, paradossalmente, tendono a non fidarsi nemmeno di Grillo: nessuno vuole che si parli di Grillo come di un capo, ma piuttosto come di un megafono delle idee del movimento. In qualche modo è come se ognuno fosse il controllore di Grillo stesso, pronto a toglierli la fiducia se dovesse deviare dalle idee originarie, soprattutto dal principio della votazione a democrazia diretta, che è il vero faro ideologico dei 5 stelle, in questo simile come metodo alla Tortuga dei pirati: un idealismo se vogliamo, che era alla base anche dei Piraten Partei tedeschi e scandinavi, e che ora è arrivato in Italia con modalità e caratteristiche tutte mediterranee. Wi fi, reti internet, green economy. Questi sì. Ma tutto senza mediazione, senza “corpi intermedi”, senza capi ma solo portavoce temporanei.
(Comizio di Grillo a Varese nel 2011)
Destra o sinistra
Il 5 Stelle è post ideologico. Ci sono persone che erano di sinistra, che votavano Lega, che non erano da nessuna parte. L’unica discriminante è la fedina penale. A naso, l’architetto Paola Macchi era di sinistra, e forse anche Ivan Catalano o Stefano Castiglia che nelle foto indossa l’eskimo. Ma il look non vale più nulla, proprio come le vecchie ideologie. Alle riunioni si vede l’operaio, l’architetto, lo studente. La verità è che anche loro, in continuazione, si chiedono “chi siamo?”. La risposta sta sempre nella prossima votazione online.
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