Commercio: “Ogni giorno spariscono 167 imprese”
I dati dell'osservatorio Confesercenti evidenziano un crollo delle aperture -50% nei primi due mesi del 2013, il dato peggiore degli ultimi 20 anni. In provincia di Varese il dato a febbraio 2013 indica un saldo negativo (-104) tra nuove imprese e imprese cessate
I dati dell’Osservatorio Confesercenti: nei primi due mesi dell’anno spariti quasi 10.000 esercizi commerciali. A conclusione del 1° trimestre, si stima che la perdita arrivi a oltre 14.000. Se continua così, nel 2013 sarà ecatombe, con un saldo negativo di 60.000 imprese. La perdita di negozi svuota le città: sono ormai 500.000 gli esercizi sfitti in tutta Italia. Confesercenti il 17 marzo scenderà in piazza per firmare contro le aperture domenicali. In provincia di Varese il dato a febbraio 2013 indica un saldo negativo (-104) tra nuove imprese e imprese cessate.
«Nel commercio non si riesce più a fare impresa. Il 2013 si avvia ad essere un anno orribile, ben peggiore del 2012: nel primo bimestre, solo nel settore della distribuzione commerciale, sono spariti quasi 10.000 negozi, con un vistoso crollo (-50%) delle aperture di nuove attività. Se il trend restasse invariato, a fine anno registreremmo la scomparsa di 60.000 negozi, con le ovvie conseguenze negative su economia e occupazione nel nostro Paese». A lanciare l’allarme è Confesercenti, che in una nota diffonde le rilevazioni sulle imprese del commercio relative al primo bimestre 2013 e le proiezioni sul primo trimestre 2013.
Nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2013 e il 28 febbraio – spiega l’associazione – nel settore hanno chiuso i battenti 13.755 aziende, mentre le aperture sono state 3.992, per un saldo negativo di 9.783 unità: praticamente, sono sparite oltre 167 imprese al giorno. Un bilancio destinato a peggiorare a conclusione del trimestre: secondo le nostre stime, i primi tre mesi del 2013 termineranno con un saldo negativo di 14.674 unità (4.000 unità in più rispetto al 2012), sintesi di 20.622 cessazioni e 5.988 nuove iscrizioni. Se la tendenza si dovesse mantenere invariata, a fine anno registreremmo la scomparsa di quasi 60.000 imprese: una vera e propria ecatombe, con 200.000 addetti in meno. Anche i pubblici esercizi vivono un momento disastroso: secondo le proiezioni, nel trimestre chiuderanno più di 9.500 tra bar, ristoranti e simili, per un saldo finale negativo di 6.401 unità.
La crisi soffoca le nuove aperture nel commercio: -50% rispetto al 2012
Oltre al saldo molto negativo, si conferma un altro allarmante fenomeno: quello del crollo di nuove aperture nel settore del commercio al dettaglio. Secondo le nostre proiezioni, nel primo trimestre, saranno in tutto 5.988: si tratta di un risultato del 50% inferiore alle 11.884 che hanno aperto nei primi tre mesi del 2012, e rappresenta il dato peggiore degli ultimi 20 anni. Se estendiamo lo sguardo ai dati di aperture del primo trimestre 2011 e del primo trimestre 2010 in effetti, si conferma un crescente calo delle nuove iscrizioni, mentre le cessazioni restano sostanzialmente costanti, intorno alle 20-22 mila ogni anno. Il fenomeno dimostra come la crisi non incide solo sul numero di chiusure, ma anche e soprattutto sulla possibilità di aprire una nuova impresa.
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